IL TESTAMENTO DEL MAESTRO RAFFAELE RUSSO

 

Facevo fatica a seguire la mano che, veloce, correva sui bianchi tasti di quella Excelsior da concerto, nella esecuzione impeccabile de "Il volo del calabrone" nello scenario magico del Teatro Romano. Subito dopo una czarda, che non faceva rimpiangere per niente il precedente brano, venni richiamato dalla presenza di Raffaele Russo, maestro di musica, il quale sedeva estasiato solo a qualche spalto da me e ne fui contento. Manifestai subito questa mia gioia ai musicisti Raffaele D’Elia e Giulio Paragone, che erano in mia compagnia. Nonostante lo spettacolo si evolvesse al meglio, improvvisamente notai quasi una fuga del maestro Russo, per cui istintivamente lo raggiunsi: "Maestro, fra poco ci sarà Peppino Principe. Perché non restate?" E lui, guardandomi lungamente, rispose:

"Me ne vado! Me ne vado! E non mi accompagnare, ho la mia auto!"

Dopo un lungo silenzio, mentre percorrevamo l’acciottolato del teatro, quasi bruscamente:

"Bravo Enrico! Complimenti per quanto stai scrivendo sulla musica a Benevento! Io ti seguo e ti invito a continuare questo arduo lavoro!"

Giunti presso la sua auto, lo abbracciai ma notai che era molto pallido, quasi sofferente. Prima di avviare il motore abbassò il finestrino e, quasi d’un fiato, disse perentorio:

"Ti aspetto domani alle undici da me per un’importante comunicazione!"

Rimasi confuso a guardare le due luci posteriori dell’auto che si allontanavano nel buio, poi, riavendomi, ritornai in teatro sconvolto per come erano state pronunciate quelle parole. Trascorsi la notte rivedendo quel viso dimesso e riascoltavo la sua voce. Con il volto emaciato e una lunga barba, il giorno dopo mi aprì senza invitarmi ad entrare e mi consegnò frettolosamente una busta ben chiusa, accompagnando il gesto con queste parole:

"Contiene le mie foto e un mio scritto, conservali come se fosse un testamento".

Ci abbracciammo e colsi nei suoi occhi una straordinaria comunicatività. Lessi in un sol fiato il contenuto: era un vero e proprio testamento contenente il suo pensiero sul valore dei musicisti beneventani di cui mi aveva fatto depositario. Ne ero fiero e commosso. Dopo qualche giorno, alla triste notizia del suo decesso, capii la sua grande apertura e stima verso la mia famiglia e di questo onore parlai (ne avevo proprio bisogno) con il mio amico Gigi Giuliano, pianista e con i miei figli Alfredo e Giuseppe Marlon , rispettivamente, batterista e bassista.

Oggi a è giusto che tutti vengano a conoscenza di quanto scritto dal  M° Raffaele Russo.

"… Tonino Sorgente, oggi professore di lingue… a riposo e famoso don Saverio, nonché bravo musicista; Benedetto Politi, cantante, con una voce calda e vellutata. Io e questi due personaggi siamo coetanei; incominciammo, loro a recitare insieme ad altri, ed io ad accompagnare con la fisarmonica le macchiette di Tonino, le canzoni di Benedetto e di altri. Poi ho fatto parte del complesso musicale del Maestro Alfredo Salzano e del Maestro Vitolo Fasoli e spesso partecipavano anche Tonino e Benedetto.

…Silvio Sorgente, sassofonista e musicista puro, appassionato e con qualità eccezionali, e debbo citare un altro bravo musicista, Ermanno Cammarota, figlio del Maestro Italo.

…Il Maestro Italo Cammarota, un grande musicista dal quale ho tratto moltissimo; le sue composizioni eccellentissime sono di una bellezza straordinaria.

…Abbiamo suonato sempre in diretta con Ninì Pagliuca e, qualche volta, facevamo… le prove per telefono. E’ stata una meraviglia suonare con Ninì per la sua pennata, il suo modo di esprimersi, la sua tecnica, la sua conoscenza, la sua musicalità e tante altre belle qualità. Grazie, Ninì, per le emozioni che mi hai trasmesso durante le nostre esecuzioni.

…Eccellenti allievi sono stati il caro Pino Salzano, Gigi Giuliano, Mario Lamparelli, Franco Tucci, Enrico Salzano e… don Saverio.

…Enzo Luciani, oggi medico affermato e ottimo musicista, aprì lo spettacolo presentato dal caro prof. Mario Zeoli, che purtroppo non è più.

…L’ultima mia composizione è "Nino" che ho dedicato a mio padre.

…Solo con l’insegnamento ho potuto conoscere la bellezza della musica, perché in precedenza avevo suonato ad orecchio; esso mi ha permesso, inoltre, di migliorare il mio stile e la mia conoscenza musicale."

Questo costituisce soltanto una parte di quanto lasciatomi dal mio maestro ed amico fraterno Raffaele Russo.

 

IL MAESTRO RAFFAELE RUSSO, DOTATO DI INESAURIBILE FANTASIA, SI E’ ISPIRATO AI MAESTRI DELLO SWING, CREANDO PRIMA NOTE MELODICHE A NOTA SINGOLA, ARMONIZZANDOLE POI CON GUSTO ISTINTIVAMENTE MODERNO. LA SUA FELICE INVENZIONE MELODICA FA DELL’ARTISTA UNA PERSONALITA’ MUSICALE DI ASSOLUTO RILIEVO, TANTO CHE PRIMEGGIA TRA I PROTAGONISTI DELLA MUSICA A BENEVENTO.

 

Enrico Salzano – critico musicale

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