Iniziano i 15 giovedi’ di Santa Rita all’insegna della solidarietà e della condivisione l’ALVEARE DELLA CONDIVISIONE

Tutto pronto nel santuario cittadino di Santa Rita per l’inizio dei 15 Giovedì dedicati alla Santa dei casi impossibili.

Quest’anno, viste la condizioni di difficoltà economiche e lavorative in cui versano tante famiglie, la Parrocchia di Santa Maria della Pace in Pacevecchia ha avviato una sistematica ristrutturazione del Centro Caritas Parrocchiale trasformandolo in Emporio della Solidarietà. A metà marzo sarà tutto pronto per l’inaugurazione di questo nuovo servizio rivolto alle famiglie e ai singoli del quartiere, bisognosi delle attenzioni di tutta la comunità.

Per questo motivo il parroco don Teodoro Rapuano, insieme ai volontari della parrocchia ha invitato i fedeli tutti di Santa Rita a sdoganare, dall’alveo della semplice devozione popolare, l’antica pratica dei 15 giovedì, che precedono la festa annuale della santa. Prendendo spunto dall’episodio delle api legato a Santa Rita, la Parrocchia propone l’iniziativa dell’Alveare della condivisione. Per tutta la durata dei 15 giovedì e per il giorno della festa il 22 maggio sarà presente nei pressi della statua di Santa Rita una struttura a forma di alveare, un luogo dove deporre un piccolo dono per le persone in difficoltà, che sarà indicato di volta in volta.

C’è un’interrotta tradizione popolare che lega Santa Rita alle api. Rita neonata, portata nei campi sopra Roccaporena dai genitori intenti al lavoro dei campi, veniva spesso circondata da uno sciame di api e alcune di loro entravano e uscivano dalla sua boccuccia. Il significato dato dalla tradizione a questo racconto e che evidentemente nella piccola le api hanno trovato come un fiore allettante da cui attingere un nettare abbondante; oppure la boccuccia della piccola viene colta come preziosa arnia dove deporre un miele dolcissimo, corroborante. C’è una sacralità nel miele, che ha radici antiche. La Chiesa medievale usava le api come simbolo per rappresentare l’operosità, la laboriosità, l’efficienza sociale, tipica di questi insetti. Santa Rita non tratterrà per sé il “miele” inteso come elemento dolcificante, ma lo espanderà nella sua vita su coloro che hanno avuto bisogno di essere dolcificati nelle loro amarezze. Come la fioritura dei fiori dei campi e degli alberi da frutta dipende da questo lavoro silenzioso, umile e fondamentale delle api, così la rinascita di tanti nostri fratelli e sorelle, in questo tempo difficile, dipende dal nostro concreto aiuto economico e materiale. Più che mai, in questo momento, dobbiamo imitare l’instancabile servizio che le api rendono alla natura ed essere anche noi instancabili nel servizio della carità. Santa Rita instancabile donna di fede, non si è fatta mancare, nell’arido e spoglio periodo invernale della sua vita, la dolcezza della Parola di Dio, vero nettare per la sua anima, facendosi nello stesso tempo “ape operaia” per tutti coloro che si sono avvicinati a lei per le infinite e a volte inattese necessità, che la vita ha posto loro davanti. Andiamo da Santa Rita non soltanto per chiedere grazie, ma per essere noi stessi datori di “grazie provvidenziali”.

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