LIBRO DI ALFONSO MASCIA

Il libro, come ha spiegato lo stesso Mascia, è diviso in tre tomi ed è una raccolta di drammi e commedie teatrali in dialetto di Baselice, suo comune di origine, con traduzione in lingua italiana. I drammi e le commedie concernono sia la storia contemporanea, in parte come l’ha vissuta l’Autore, dunque dal Fascismo ad oggi; sia grandi eventi del passato, come la dominazione spagnola e la rivolta dei briganti in epoca post-Unitaria; sia infine l’illustrazione di personaggi e figure popolari di Baselice. «La Valfortore è una terra trascurata ed emarginata – ha detto Mascia nel corso della presentazione -; mi è sembrato, dunque, giusto lasciare una traccia scritta della storia, della società, della vita di un territorio così negletto. Ho scritto questi spaccati di vita nella lingua locale, perché quella italiana falsa sentimenti ed umanità dei personaggi, non rendendo appieno la ricchezza e la profondità del popolo fortorino. D’altra parte protagonista di tutti i miei lavori non è, in realtà, questo o quel personaggio, ma proprio tutto il popolo di Baselice: si tratta di drammi corali».Nonostante questo, ha tuttavia precisato il consigliere provinciale Michele Maddalena, anch’egli di Baselice, questi spettacoli teatrali, messi in scena proprio per la sua regia da attori dilettanti della stessa cittadina, vengono compresi ed apprezzati anche in altre realtà ed in altri Paesi. «Persino a Ginevra, ha commentato Maddalena, ci hanno capiti, pur parlando quasi tutti in francese: questo conferma la capacità di Maschia di cogliere il cuore delle nostre genti e di parlare un linguaggio universale, pur se le situazioni storiche ed ambientali sono molto diverse».L’assessore Falato, infine, ha rimarcato come le Opere siano di forte impatto realistico, pur se ricche di invenzioni e di creatività: «esse recuperano esperienze e, momenti di vita concreta del popolo fortorino: sicché a Mascia va il merito di aver lasciato traccia di una civiltà che resta indelebile per le generazioni future. Non siamo, dunque, al testamento di un popolo, quanto piuttosto ad un nuovo suo inizio, fondato sulla saldezza di radici profonde. E’ la testimonianza di una identità, di una storia lunga ed appassionata, fondata sull’originalità, che a tutti i baselicesi conferisce l’orgoglio dell’appartenenza».

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