M5S. Tre questioni (staff, accattonaggio, toponomastica) che richiedono nuovi metodi e nuovi strumenti

Le questione che il M5S di Benevento pone in questa nota e, a seguire, nelle sedi competenti, sono strettamente connesse.

  1. La vicenda dello staff si è chiusa con quella che giornalisti dotati di sarcasmo hanno definito «ritirata strategica». L’Istituto Luce non avrebbe potuto dir meglio. Si è trattato di una rotta, dell’ennesima dimostrazione di una protervia che spinge il Sindaco a ritenersi, in virtù dei suoi trascorsi ministeriali, una sorta di “deus ex machina”. Inutile dire che il nostro monito a evitare tale nomina risaliva agli inizi di gennaio e ricordare la denunzia della illegittimità ripetuta a fronte di ignare (della galeotta “lettera smarrita” del Ministero) frotte di “ultras” mastelliani ora silenti, come Fioravante Bosco. Sarà di monito per il futuro o Mastella continuerà a confidare nel suo tocco magico (che pare svanire giorno per giorno)? E, dunque, pare maturo, esaurito il lavoro della Commissione sul PIU Europa, il tempo per istituire la Commissione di controllo prevista dall’art. 15 dello “Statuto”: «Il Consiglio Comunale può istituire una commissione consiliare di controllo e vigilanza sull’attuazione delle linee programmatiche dell’amministrazione. Tale commissione composta dai capi gruppi consiliari e presieduta da un rappresentante delle minoranze, predispone attraverso una verifica periodica degli atti amministrativi del Sindaco della Giunta e dei Dirigenti, una relazione per il Consiglio Comunale e in attuazione del disposto di cui all’art. 11 ultimo comma del presente Statuto». D’altronde, lo ricordiamo al Sindaco, essa fu promessa durante il ballottaggio. Non avrà, ovviamente, alcun costo per la comunità.

  2. Ieri, nel clima di raccoglimento e commozione dell’Aula Consiliare, dopo la lettura delle vittime delle mafie in occasione della Giornata della Memoria, l’unica voce stonata – e spiace davvero dirlo – è stata quella del Sindaco. Presentatosi alla fine della manifestazione, presieduta autorevolmente dal Vicesindaco, da diversi Assessori e dal Presidente del Consiglio, ha ritenuto opportuno scendere nella polemica spicciola, rivendicando la battaglia contro l’accattonaggio. Non era né il luogo né il momento per farlo, ma avendolo fatto gli diciamo: non è difficile essere forte con i deboli. Doveroso porre freno al dilagare del fenomeno, ma rimane inalterato lo sconcio quotidianamente perpetrato ai danni dei cittadini da parte di parcheggiatori abusivi in ogni zona della città (dalla centralissima Piazza Risorgimento a Via del Sole, da via Mascellaro alle zone mercatali). Il Sindaco risponderà che si è iniziato il contrasto a tali abusi proprio nel corso della Fiera di San Giuseppe. Leggiamo dagli organi di stampa che è stata folta la presenza di parcheggiatori abusivi in regime di monopolio, non infastiditi dagli extracomunitari. La polizia municipale li ha multati e allontanati. Essi sono poi tornati, e tutto è tornato nella normalità. Insomma, siamo ancora una volta di fronte alla politica-spettacolo? Contrastato efficacemente l’accattonaggio contro figure debolissime, ci si limiterà ad una o due azioni “per fare la mossa”, lasciando i parcheggiatori abusivi (non sono anch’essi cittadini ed elettori in fondo?) indisturbati nell’esercizio del loro mestiere? Non sarebbe il caso di “pensare”, pianificare azioni, guardando a buone pratiche, anziché improvvisare ad uso dei media?

  3. Abbiamo saputo dell’intitolazione di cinque vie decisa dalla Giunta. Non sarebbe il caso di dotare la città di una Commissione (senza alcun costo o gettone di presenza) come accade in altri centri medi e piccoli per far sì che tale decisioni altamente simboliche siano il frutto di una percorso consapevole? La Commissione, previa istruttoria delle istanze o delle proposte, avrà il compito di esprimere un parere obbligatorio non vincolante. La Commissione Toponomastica – nominata dalla giunta – sarebbe composta dal Sindaco  o da un suo delegato con funzioni di Presidente, dal dirigente del settore Lavori Pubblici o suo delegato, dal dirigente del settore Demografico, da due Consiglieri comunali (uno di maggioranza e uno di opposizione) e da un esperto esterno, tale per competenza professionale, per incarichi istituzionali o per chiara fama, o per conoscenza di topografia locale. La Commissione resterebbe in carica per tutta la durata del mandato consiliare, fatti salvi eventuali rinunce o dimissioni. Dare nomi ai luoghi appare un compito troppo delicato perché possa essere svolto da una sola parte, senza un organo di riflessione e decantazione, aperto anche alla società civile.

Ci sia concesso di dire, al di là del metodo, che troviamo pessima l’intitolazione di una strada ad un ex Ministro degli Interni e Presidente della Repubblica il cui ruolo in alcuni dei momenti più torbidi della storia italiana (dalla morte di Giorgiana Masi al sequestro Moro) è ancora tutto da scrivere.

Ne approfittiamo per ricordare come, in Commissione cultura, abbiamo proposto un percorso di riflessione sulla grande questione del “revisionismo risorgimentale” che, dopo gli adeguati approfondimenti, possa portare all’intitolazione di una strada cittadina alle “Vittime del Risorgimento”.

Marianna Farese e Nicola Sguera

M5S BN

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