Mussolini attacca De Girolamo: si sa com\’è diventata deputata…

Un messaggio rilanciato dal ministro Beatrice Lorenzin e dal capogruppo al Senato Renato Schifani sulla scia di quanto detto precedentemente anche dal loro leader Angelino Alfano. Ma che assume particolare rilevanza nel giorno in cui il premier Renzi ha annunciato che non ha intenzione di chiedere le dimissioni dei suoi sottosegretari indagati (quasi tutti del Pd). Concetti ribaditi oggi ancora da Alfano che rivendica l'indispensabilità dei centristi nel governo, a tal punto da non rendere conveniente neanche al premier – dice- un loro ridimensionamento nella squadra di governo. Nel partito sembra rientrare – almeno in parte – il caso De Girolamo. La capogruppo alla Camera ieri aveva invocato una assemblea del partito e, di fatto, contestato la gestione del caso Lupi, arrivando anche ad ipotizzare un appoggio esterno al governo di "quell'arrogante di Renzi". Ma un attacco rivoltole dall'eurodeputata di Fi ed ex collega nel Pdl Alessandra Mussolini ("sappiamo tutti come è diventata deputata") le è valsa la solidarietà dell'intero partito (anche se Mussolini non fa marcia indietro e – fa sapere- non ha nessuna intenzione di chiedere scusa ) in primis quella di Alfano. "Se una donna, con allusioni, offende un'altra donna, offende se stessa. Nunzia De Girolamo fa politica con passione. #avanti", twitta il leader Ncd. Un gesto, certamente dovuto, ma che va letto come un tentativo per superare le incomprensioni legate al caso Lupi. La De Girolamo – adirata con Alfano per le modalità dell'annuncio di una possibile staffetta tra lei e Lupi alla guida del gruppo parlamentare (una indiscrezione rilanciata mentre lei, ignara di tutto, era ospite in tv) – guarda con sospetto al Pd, temendo che dietro al caso Lupi ci sia soltanto una manovra per "lasciare libero" ai dem "un ministero così strategico". E per questo guarda a destra. Il timore di una imboscata di sinistra è condiviso da altri esponenti che però invitano la collega a non fare il gioco di chi "all'interno dello stesso Pd non vede l'ora di fare fuori Ncd per spostare la barra del governo dal centro verso sinistra". Il riferimento è alla minoranza Dem. Renzi, però, deve studiare come non scontentare i centristi. "Il ministro Lupi, che non è indagato, si è dimesso con un gesto di responsabilità per non mettere in difficoltà il governo. Non vedo perché Ncd non dovrebbe avere un ministero dello stesso peso", sottolinea il ministro Lorenzin. E sulla stessa linea si segnala l'intervento di Schifani che pone anche alcuni paletti per l'azione politica delle prossime settimane: "Intendiamo mettere correttezza sulla legislazione delle intercettazioni e chiedere naturalmente rispetto nei riequilibri della compagine dell'esecutivo. Non intendiamo uscire indeboliti da una vicenda che ha colpito una persona per bene che ha fatto un gesto di grande responsabilità". Tutti, intanto, alzano un muro contro la Lega di Matteo Salvini, ormai nemico giurato di Ncd e di Alfano. Alle Regionali i centristi correranno contro il Carroccio: in Veneto l'appoggio al ribelle padano Flavio Tosi è scontato. Nelle Marche Ap appoggerà il candidato Spacca. Tutto da decidere in Campania, dove è in corso tutta un'altra partita con Forza Italia e Silvio Berlusconi. ANSA

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