«Nuova Regione senza Napoli e Caserta»

Ipotizzando, nel progetto, anche un coinvolgimento della Basilicata per omogeneità di radici storiche. Viaggia su questi binari la proposta avanzata da alcune associazioni culturali locali, tra queste «Silenia Terranuova» presieduta dall’ex senatore di An Vincenzo Demasi, vista di buon occhio dal presidente della Provincia di Salerno, il parlamentare del Pdl Edmondo Cirielli, e soprattutto sostenuta da numerosi comuni che hanno votato, o stanno deliberando, ordini del giorno per costituire la nuova regione.

LA PROPOSTA – Cirielli, proprio nei giorni scorsi, in occasione della visita di Giorgio Napolitano a Salerno, aveva rimarcato, nel corso del suo intervento dinanzi al Capo dello Stato, l’esistenza di questo progetto che non ha spinte secessioniste ma di ottimizzazione territoriale e istituzionale. «Il nostro è un territorio ricco di eccellenze paesaggistiche, culturali e produttive che ha una storia di autonomia e di identità assai più antica ed importante di alcune Regioni— aveva detto il presidente della Provincia— forse lo Stato Repubblicano ha penalizzato la nostra comunità non elevandola a Regione. Signor Presidente voglio che lei sappia che c’è un vasto movimento di pensiero che rivendica una propria autonomia e la costituzione di una nuova Regione. La distribuzione delle risorse è assolutamente iniqua: è vero che oggi Caldoro sta dimostrando attenzione a tutti i territori e con lui lavoro con grande armonia e condivisione di obiettivi. Ma è altrettanto vero che non posso e non possiamo rimettere il futuro dei nostri figli e della nostra comunità ai buoni rapporti tra me e l’attuale governatore». La proposta di nuova Regione ha trovato il sostegno dei Comuni di Baronissi, Cava de’ Tirreni (che stanno per votare la delibera) e Roccagloriosa. E numerose altre amministrazioni sono già pronte a votare lo stesso ordine del giorno per una Regione che ha già un nome, Silenia: dai «Sileni», le antiche divinità che, secondo una leggenda, abitavano fiumi e sorgenti di Salerno, Avellino e Benevento. In alternativa c’è «Longobardia» in memoria di Arechi II e del Principato Longobardo che ha segnato la storia di questa parte della Campania.

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO del 20 settembre 2010  Paola Florio

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