Pasquale Basile: Forte con i deboli e deboli con i forti.

 Oggi invece abbiamo sotto gli occhi i risultati nefasti di un tradimento del voto popolare e del mandato conferito.
Nascondendosi dietro il pareggio dei conti e il debito da risanare questa amministrazione ha pensato bene di scaricare i costi di quel debito sulla parte più debole della città, sui poveri attraverso l'azzeramento dei servizi sociali e sul ceto medio tartassato dalle massime aliquote delle tassazioni e dall'aumento del costo dei servizi, mantenendo invece intatti e vivi i privilegi, gli sprechi e le prebende da diffondere a pioggia per mantenere il controllo elettorale.
Il risanamento del debito infatti non ha intaccato il sistema delle consulenze esterne necessarie addirittura anche per stabilire le previsioni del tempo, non ha intaccato i posti dei dirigenti con i loro super compensi, non ha intaccato ne scalfito gli sprechi degli amministratori che riuniscono le commissioni due volte alla settimana.
La città solidale sotto i colpi dell'austerity è diventata la città della diseguaglianza e della iniqua distribuzione delle ricchezze violando un concetto fondamentale che dovrebbe essere la bussola dell'azione politica che è la sovranità popolare.
Il caso degli immobili comunali destinati a spazi sociali è di certo emblematico e da la misura esatta dell'iniquità che contraddistingue l'azione politica della giunta comunale.
Se infatti l'Assessore Iadanza con la sequela di tecnici e dirigenti prestati dalla politica risulta integerrimo nel individuare morosità senza alcun fondamento legale oppure nel perseguitare le associazioni di volontariato che da anni svolgono attività fondamentali per il nostro territorio, dall'altro lato dimostra massima indulgenza quando si tratta di tutelare e favorire i poteri forti. E così è lecito e normale chiedere di abbassare del 30% il costo degli immobili in vendita al fine di favorire le manovre speculative, è lecito avviare le trattative private per la vendita degli appartamenti di Parco Sogene che furono costruiti con i fondi destinati agli sfrattati. 
E' lecito mantenere i contratti di comodato d'uso gratuito per le associazioni vicine all'amministrazione come Unicef o Protezione Civile la cui sede è stata addirittura assegnata nel 2011,  oppure per la Curia beneventana e le case rurali assegnate alle parrocchie o anche il comodato d'uso gratuito di anni 29 per il palazzo delle Orsoline di Benevento stipulato nel 2008.
Queste azioni sono talmente gravi che in una cittadina normale dovrebbero provocare sdegno con la conseguente richiesta di dimissioni dell’ Assessore Iadanza ,che continua a fare spallucce anche quando viene messo dinanzi all'evidenza delle cose.
Questa cieca politica di risanamento, volta a colpire soltanto poveri e ceto medio ,sta mortificando le energie migliori della nostra città, i cinema chiudono, i teatri sono chiusi, gli spazi sociali vengono ostacolati in ogni modo al fine di farli chiudere.
Accolgo l'appello di Sel a costruire e rilanciare un dibattito pubblico sul futuro degli spazi sociali ,non solo in consiglio comunale ,ma soprattutto da far camminare nella società, tra gli operatori culturali e sociali  tra chi è veramente cosciente dei problemi del territorio. 
Dobbiamo essere capaci di articolare una proposta elaborata dal basso proprio dai diretti interessati che possa rappresentare una sfida sui contenuti a chi si candida ad essere il futuro amministratore della città, che per ragioni di opportunità continua a tacere e a non prendere pavidamente posizione.
 

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