Pepe in risposta all’Ass. Serluca: “Complimenti a chi ha teorizzato il dissesto politico e perpetrato sul piano “tecnico”

Finalmente, dopo mesi di richiesta di confronto è arrivata una “mezza” risposta ad una interrogazione sui conti del Comune da parte dell’assessore “tecnico” Prof.ssa Serluca. La prima cosa che si evidenza dalla lettura della nota è che sono del tutto fantasiosi i 110 ml di euro di debiti evocati più volte dal Sindaco Mastella, sia sulla stampa locale che su quella nazionale. Cosicché di “questi fantomatici 110 ml di euro di debiti”, circa 30 risultano pagati dalla mia amministrazione con mutuo trentennale ed altri 39 ml di euro risultano a garanzia dei residui attivi coperti con una manovra tecnica sempre trentennale, altro che debiti certi, liquidi ed esigibili. Nessuno però ha inteso spiegare tutto questo alla stampa locale o nazionale, tantomeno il consapevole o inconsapevole assessore “tecnico” prof. Serluca. Ma la cosa più interessante che si evidenza, dalla risposta alla interrogazione, è che i debiti riconosciuti, sempre dalla mia amministrazione, e non pagati dalla Amministrazione Mastella, sono circa 19 ml di euro, e tutto ciò per via della rinuncia al piano di rientro e quindi alla mancata attivazione del fondo rotativo del ministero degli Interni. Insomma i debiti “ritrovati”, cioè ancora da riconoscere, assommano alla “strabiliante” cifra di circa 4,5 ml di euro. Tutto questo vuol dire solo una cosa, e cioè, che il dissesto del Sindaco Mastella è una scelta politica. La verità che emerge è che non si è voluto lavorare per il risanamento dell’Ente, sul falso presupposto che il dissesto avrebbe addirittura “aiutato” l’Ente, nulla di più sbagliato. Sempre dalla interrogazione si evidenzia che il Comune di Benevento, fino alla data del dissesto, aveva ancora una “capacità di indebitamento” pari a circa il  40% di quella consentita per legge, e cioè si poteva sostenere ancora una rata di mutuo di circa 2.5 ml di euro l’anno, ma per le ambizioni politiche di qualcuno si è stati più attenti a fondare movimenti politici che ad affrontare seriamente le questioni amministrative. Insomma ci ritroviamo oggi con un dissesto non pianificato, testimoniato dal “raffazzonato” bilancio “stabilmente riequibrato” e dal programma triennale dei lavori pubblici, accompagnato da una diminuita “capacità di indebitamente” dell’Ente (che corrisponde ad una minire possibilità di pagare il debito) e da una anticipazione di cassa già molto alta di circa 7 ml di euro, e tutto questo in poco più di 3 mesi. Per non parlare della fallimentare politica delle entrate testimoniate da circa meno 5 ml di euro di entrate tributarie nel 2016 e della gara sui tributi ancora ferma da circa 1 anno. Complimenti davvero, sia per chi ha teorizzato il dissesto politico, che per chi lo ha perpetrato sul piano “tecnico”.

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