Regionali: scontro sulla Severino, martedì in Cassazione

mentre si attende per domani la decisione della Cassazione: le sezioni unite dovranno stabilire se la competenza in merito sia del Tar, come avvenuto finora, o del giudice ordinario, come ritiene la Procura generale della suprema Corte. Una campagna elettorale sulla quale arriva il pollice verso del presidente dell’Anticorruzione: “Andrò a votare ma senza entusiasmo”, dice Raffaele Cantone dicendosi “turbato” dal fatto che “nessuno dei candidati abbia precisato cosa vuol fare per una Campania colpita da problemi gravissimi”. Per Cantone, dunque, si è parlato troppo poco di programmi e c’è un altro rischio: “Se gli impresentabili ricevono un plebiscito allora significa che qualcosa non va nel corto circuito società civile-politica”. Ma il confronto tra i candidati oggi è concentrato su altro, la legge Severino e i suoi effetti. In caso di vittoria del candidato del centrosinistra De Luca – attacca il governatore uscente e ricandidato dal centrodestra, Stefano Caldoro – la Campania “rischia di trovarsi in un caos istituzionale”. Condannato in primo grado per abuso d’ufficio, De Luca in base alla Severino incorrerebbe nella sospensione già scattata per lui quando era sindaco di Salerno: ma come avvenuto in quel caso, e come successo per il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris, il Tar potrebbe accogliere un eventuale ricorso e quindi sospendere la misura. L’orientamento della giustizia amministrativa è stato finora univoco, ma se la Cassazione spostasse la competenza sul giudice ordinario si aprirebbero scenari potenzialmente diversi. Ad inizio campagna elettorale, Caldoro aveva detto di non voler utilizzare la Severino come arma contro l’avversario pur sottolineando l’esistenza di un “problema istituzionale” in proposito. “Resto garantista – sottolinea oggi – ma qui il problema è un altro. La scelta del Pd campano di candidare Vincenzo De Luca è una scelta contro la legalità, contro le leggi dello Stato. In Campania un candidato che legittimamente aspira a essere eletto, nella più sciagurata delle ipotesi, non potrà ricoprire la carica di presidente della Regione. Ci sarà il caos istituzionale. La Campania alle prese con mille problemi non si può permettere vuoto di potere e incertezza”. Replica De Luca: “Renzi è venuto qui a sostenermi dicendo che chi vince governa, il presidente pro tempore della Regione Campania se ne faccia una ragione. Caldoro ha cercato per un mese di parlare di problemi concreti ma non c’è riuscito; e così il suo consulente di immagine gli ha consigliato di tornare sulla legge Severino”. Oggi il candidato del centrosinistra non ha partecipato al confronto – una delle tribune elettorali della Tgr Campania – con gli altri quattro in corsa per la presidenza. Il centrodestra lo ha accusato di fuggire, lui ha risposto su Twitter: “Confronti Tv già fatti. Sono in giro tra la gente, in strada ad ascoltare problemi e proporre soluzioni. Io posso farlo”. “Avrei voluto parlare con lui della Severino, oggi è la vicenda principale”, la controreplica di Caldoro. Del problema legge Severino il premier e segretario del Pd ha parlato nei giorni scorsi definendolo “superabile”. Candidare De Luca malgrado l’ipoteca della Severino “non è una contraddizione”, ha detto Renzi nel giorno dell’incontro a Salerno con il candidato governatore. “Questa legge riguarda anche il sindaco di Napoli, sospeso e poi riammesso. In Campania la partita è tra Caldoro e De Luca, e De Luca ha amministrato bene Salerno”. La questione è insomma “chi sia il più adatto ad amministrare la Campania”, e Renzi al riguardo non ha dubbi. (ANSA).

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