Ricandidare l\’uscente è la regola

Anche il Sannio soffre la crisi… «Non vedo reazione. Gli Enti locali maggiori si misurano con la crisi, in ordine sparso; non c’è una iniziativa capace di mettere insieme le forze di ciascuno o almeno di coordinarle. C’è un deficit di guida politica regionale ma anche locale. Manca una delineazione precisa degli obbiettivi da raggiungere. Si naviga senza senza una bussola comune». Cosa si dovrebbe fare? «Dismettere un po’ della superbia che segna la "nostra" politica. Prendere atto che siamo una provincia piccola, non in grado di condizionare alcuno; che abbiamo il dovere di muoverci sulla base di un "unico" programma di sviluppo, economico e sociale. Quindi, condiviso e bipartisan». Per fare cosa? «Per affrontare, insieme, i problemi sociali ed economici. Per esemplificare: chi si occupa della emigrazione dei giovani? I giovani, per aver successo o per lavorare, si mettono al servizio di altre realtà, peraltro, già ricche. Quelle del Nord, quelle di Bossi. È un paradosso, un popolo guerriero, come il nostro, si ritrova ad essere "cornuto e mazziato"! Ma c’è dell’altro». Cosa? «Ci ferisce, anche, Il "bamboccismo" che interessa il ceto medio ed il ceto medio alto come l’"adultescenza" che interessa il ceto medio e quello popolare. I giovani che restano, resteranno fuori dai circuiti produttivi. La gran parte, non per infingardaggine, ma, per la "rachiticità" dell’organizzazione produttiva. Oggi, sono giovani senza lavoro; domani, anziani senza pensioni. Ed ancora…». Ancora…. «La politica di contrasto al debito pubblico, necessaria ed utile per l’Italia, blocca, però, gli stipendi e riduce le pensioni; costringe la famiglia a rinunciare alla funzione, svolta fin qui, di ammortizzatore sociale di riserva. E non solo nei confronti dei giovani. Riducendo i cespiti familiari e non risolvendo "la questione lavoro" incombe un possibile "ritorno" alla povertà di massa. Chi si occupa di tutto ciò?». Chi se ne dovrebbe occupare? «Gli eletti al Parlamento edin Regione in uno con i responsabili degli enti locali. Si ha la sensazione che i sanniti, salvo lodevole eccezione, siano del tutto privi di rappresentanza politica. La questione sociale si abbatte sulle grandi città; ma si abbatte, con pari virulenza, sulla nostra realtà». Ma ci sono altri problemi politici? «Il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale? Non mi sfugge il problema, ma non capisco il percorso che si intende seguire». Cosa non capisce? «Primo. Il centrodestra è diviso; forse si articolerà, in sede elettorale locale, in tre parti incomponibili tra di loro. Secondo. La coalizione di centrosinistra non è stata denunciata da alcuno; si riproporrà, sicché; meglio se allargata. Sono vantaggi, significativi, per il PD ed i suoi alleati. Terzo. La "vittoria" fissa la sua asticella sui ventimila voti. Quarto. Per saltare l’ostacolo, viste le regionali, il centrosinistra non ce la farà da solo. E’ costretto, oggi, ad allearsi con la società civile; leggi liste civiche. Questo è quanto». E dunque…. «Io, indicherei, subito, il candidato Sindaco; creerei, intorno a lui, ora, un programma di base, ora, una maggioranza di base, confermando la coalizione uscente; avvierei, prima di Natale una precampagna elettorale». Cosa non capisce? «Perché si tituba? E’ intorno al Sindaco che si definisce programma e maggioranza. Perché indugiare? E, poi, la ricandidatura dell’uscente è la regola. Viceversa, si vogliono fare le primarie… si facciano subito! A gennaio è già tardi. Per vincere, al primo turno, si dovrà andare oltre il risultato di marzo. Non è fatica da poco. Il ritardo delle operazioni preelettorali potrebbe rivelarsi un "boia"».

IL MATTINO del 22 Settembre 2010

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