Seconda assemblea popolare del Rione Libertà: “il clima che si respira al rione è tutt’altro che festivo”

Oggi si è tenuta la seconda assemblea popolare del rione Libertà. Dalla prima assemblea, noi abitanti del rione c’eravamo lasciati con delle promesse alle quali abbiamo mantenuto fede. Questa è stata una prova che sia l’autorganizzazione dal basso, la solidarietà tra pari sia la condivisione delle idee e la volontà di realizzarle siano modelli sociali dai quali prendere esempio. Dalla prima assemblea popolare era emersa la necessità di riqualificare i punti nevralgici del rione lasciati all’incuria e al degrado; abbiamo per questo restituito al quartiere il campo da basket con lo scopo di denunciare che l’unica ancora di salvezza per i giovani del rione atta ad arginare problemi sociali quali spaccio e microcriminalità è la socialità e il rispetto degli spazi sociali. Non è certo l’installazione di allarmi supertecnologici e l’installazione di telecamere supersensibili che scrutano attraverso l’occhio vigile del Big Brother ad evitare la devastazione e la vandalizzazione di spazi di cui, invece, la collettività, che ben conosce le specificità del territorio in cui vive, potrebbe essere fruitrice. Il secondo obiettivo prefissatoci dall’ assemblea popolare era la redazione di un questionario anonimo sulle difficoltà che il quartiere vive e che è stato distribuito quest’oggi.

Ci si avvicina al natale, ma il clima che si respira al rione è tutt’altro che festivo. La vetrina magica, piena di luci colorate, alberi artificiali giganteschi e un babbo natale che, in sella ad un cavallo bianco, distribuisce caramelle ai bambini, che ad oggi rappresenta il centro storico di benevento segna un confine netto tra il centro storico e il rione. Non è certo l’istallazione di qualche luminaria, in seno al clima di panem et circenses, a risolvere i problemi della città, al contrario questi persistono ed emergono in maniera lampante.

Per senire a pieno il clima natalizio dall’assemblea , composta da soggetti reali, è nata la necessità di voler dare un riscatto sociale al quartiere preparandolo al clima di gioia e convivialità che il natale rappresenta, delle giornate nelle quali respirare il clima natalizio per rivendicare che il natale non è certo una festa da vivere concretamente soltanto nelle zone alte della città.

Un clima di festa work in progress che si concretizzerà nelle feste natalizie grazie all’aiuto di tutte le persone che abitano nel rione, le quali saranno pronte a dare una risposta immediata attraverso l’auto-organizzazione dal basso e la democrazia reale alle pantomime di certi politicanti.

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