USSI Sezione di Benevento: lettera aperta al calciatore Marco Mancosu

Come squadra vi sentite soli e nessuno vi aiuta? Bum! Qui si rasenta il ridicolo. Evidentemente nei due anni di permanenza a Benevento ancora non ha capito il pubblico, quello verace, quei 20.000 che nel 2009 assistette incredulo allo “scippo” della serie B, non certo per merito del Crotone, ma per demerito dei calciatori in maglia giallorossa.

Ci dica quale pubblico preferisce: quello che per questa maglia piange lacrime amare, quello che per non assistere a deprimenti spettacoli calcistici preferisce restare a casa davanti alla tivu, oppure quello che credendo ancora nelle favole si reca allo stadio speranzoso di vedere la propria squadra vincere, ma che alla fine è costretto a lasciare lo stadio a testa china?

Noi oggi preferiamo quest’ultimi, sono loro ad avere un “cuore” che palpita di “giallorosso”, che ritornano a casa “incazzati” per aver visto l’ennesimo indecoroso spettacolo. E se le vostre prestazioni agonistiche in trasferta sarebbero più sostanziose invece di esserci 30 tifosi, il numero salirebbe a cinquecento, forse mille, ma che dico, senza dubbio alcuno, almeno in 1.500, al seguito di quella gloriosa maglia “giallorossa” che, invece di baciarla, l’ha sbattuta a terra.

Chi deve sorreggere le sorti del Benevento siete solo voi calciatori, dipendenti dell’azienda “Benevento Calcio” che vi paga, non solo per vincere, ma dandovi anche l’indennità per i fischi, perché quelli fanno parte del calcio.

Caro Mancosu, la sua stizza contro la “stampa” non può salire alle stelle. L’atteggiamento rimane intollerabile perché sottintende la volontà di reprimere il diritto legittimo di critica da parte dei rappresentanti degli organi di informazione che sono chiamati per la loro attività professionale ad esprimere giudizi sul calcio e sui suoi protagonisti. Da sempre siamo stati al fianco dei calciatori, spesso li abbiamo anche “coccolati” e “osannati” anche quando non meritavano, pur di vederli emergere nelle loro future prestazioni. Abbiamo chiuso ambedue gli occhi al cospetto di performance non degne di una grande squadra, di una squadra che vuole approdare in serie B, perché anche noi giornalisti, abbiamo il sogno della “B”, per non essere più annoverati fra la “stampa di serie c” (notare la lettera C in piccolo). Ma per tagliare questo lungimirante traguardo dipende solo da voi calciatori, se, ripeto “se”, siete davvero in grado di “vincere”.

Il giornalista non partecipa al campionato. Per il giornalista non esiste alcuna clausola rescissoria.

Poi, se voi calciatori ritenete di esservi “rotte le scatole” dovete sapere che anche la nostra pazienza ha un limite.

Infine, ci si auspica che i rapporti siano sempre improntati al rispetto reciproco, senza mai travalicare i limiti della tolleranza e della buona educazione.

Con la stima ed il rispetto di sempre.

Antonio Buratto

FIDUCIARIO USSI BENEVENTO

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