VASO DI ASTEAS

In tal senso si era espressa con un voto la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alle politiche culturali Carlo Falato.

Il presidente, in una lettera alla Soprintendente Maria Luisa Nava, ha scritto di avere nella massima considerazione «la validità di altre proposte» per la conservazione dello splendido bene culturale, ma di augurarsi una «convergenza di opinioni sull’argomento». Secondo Cimitile, nell’interesse non solo del territorio caudino, ma del Sannio tutto, è fondamentale «che il vaso di Asteas meriti di essere inserito in un contesto capace di accogliere l’ammirazione di milioni di persone e che esso diventi il segno distintivo di queste terre». La richiesta di ospitare il bene che fu acquistato dal Paul Getty Museum in Montesarchio, ha scritto Cimitile, «nasce in considerazione dell’ampio movimento di opinione che si registra nella comunità caudina che vede in questa splendida produzione artistica motivo di orgoglio territoriale e di riconoscimento e valorizzazione della propria identità». Il progetto culturale alla base della proposta potrebbe essere quello «di costruire un eccezionale, straordinario percorso culturale e scientifico che parta dalla Magna Grecia, prosegua con i Sanniti, quindi colga l’epopea romana e longobarda e poi le successive stratificazioni almeno fino al periodo della detenzione di Carlo Poerio, Nicola Nisco ed altri patrioti nella Torre di Montesarchio». Il Museo Archeologico Nazionale di Montesarchio, cioè nell’antica Caudium, a pochi chilometri di distanza dal luogo del rinvenimento del vaso, «costituirebbe senz’altro – ha scritto Cimitile – una degnissima cornice, anche ambientale, nonché offrirebbe tutte le garanzie di ordine scientifico, storico e di materiale custodia del bene essendo sotto la responsabilità di codesta Soprindentenza».

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