Andrea Bocelli scrive alla giovane beneventana Giada Lepore appassionata di canto

Il tenore Andrea Bocelli ha scritto una toccante lettera alla giovane cantante sannita Giada Lepore reduce dalla sua recente esibizione canora  alle  Universiadi 2019 allo stadio Ciro Vigorito.

Carissima Giada,
torno a scriverti per portarti il mio saluto e per confermarti che seguo sempre con interesse,
attraverso la corrispondenza fra tua mamma e Veronica, i tuoi progressi negli studi ed i tuoi
giovanissimi passi nella vita. Vita che mi auguro tu intenda considerare, ad ogni risveglio, per
quel che è: e cioè un miracolo ed un privilegio, un buon motivo per impegnarsi, per sorridere,
per amare te stessa ed i tuoi coinquilini del mondo.
Ho saputo che hai cantato di recente allo stadio di Benevento in occasione dell’Universiade!
Sono contento e fiero del percorso che stai facendo. Sai già, ne sono certo, come il cammino
dell’arte del canto non sia semplice né breve, e che come il buon vino abbia bisogno di tempo,
pazienza e cura, per esprimere le proprie migliori qualità.
Immagino tu sappia anche come sia fondamentale vivere consapevolmente e con allegria ogni
giorno di quel viaggio, godendo delle emozioni che la musica può regalare, della sana esaltazione  che talvolta ci procura, ma anche godendo dell’impegno che chiede, della disciplina che pretende,
delle incognite e delle complicazioni che ci pone quotidianamente. Perché ogni problema, se lo
vuoi affrontare, può diventare un’opportunità di crescita.
Carissima Giada, sai già come io la pensi, in merito ai variegati e meravigliosi strumenti per
comunicare che Dio ci ha dato. Trovo molto bello che tu proponga la tua musica sui social. Ma il  rischio è che tu, su simili piazze virtuali, ti imbatta in qualche disabile. Lui sì, disabile, perché
privo degli strumenti culturali ed affettivi basici, per rapportarsi con gli altri, perché non ha altro  modo di interagire se non l’offesa. Comprendo che tua mamma, come ogni mamma del mondo, ne possa essere amareggiata. Però sono certo che tu sia generosa abbastanza per provare compassione per questo tipo di persone (e sono purtroppo tante… Al punto che per loro hanno coniato un nome preciso… Gli haters, gli “odianti”).
Ogni problema è un’opportunità, dicevo poc’anzi. Ecco: di fronte a simili persone disagiate, ci
si può esercitare in una pratica che è il segreto della felicità ed il cardine di ogni religione: la
pratica dell’amore e del perdono, lasciando scorrere dietro di sé ogni rancore, ogni risentimento.
Attenzione, Giada, ogni risentimento, anche verso noi stessi….
Gesù dice: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, dunque ci indica la strada: l’amore nasce
prima dentro di noi e poi tracima e invade il mondo esterno. Quindi prima di tutto ama te stessa, esattamente chi sei e come sei, non lasciandoti scalfire dal ronzio di chiunque rumoreggi offese, ancor più vigliacche poiché virtuali. Poi, se puoi (ma io sono certo tu possa), pensali con  compassione e fin con affetto, considerando quanto poco essi stessi si amino, vivendo nel  risentimento.
Un forte abbraccio.
Andrea Bocelli

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