BOFFA (PD) INTERROGA MINISTRO GELMINI PER TAGLI AL SUD

“La fine di quest’anno scolastico impone una seria riflessione su quanto potrà accadere nel corso del prossimo – sostiene Boffa – Se infatti dovessero concretizzarsi i tagli annunciati dal Governo sarebbe ancora una volta il Mezzogiorno a pagare il prezzo più alto dato che il 40% dei tagli si concretizzerà sostanzialmente in quattro regioni: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. I tagli in Campania, ad esempio, dovrebbero riguardare 5.645 cattedre delle quali ben 400 nella sola provincia di Benevento. Tagli che determineranno il mancato rinnovo del contratto per 400 lavoratori a tempo determinato, tutti tra i 40 e i 50 anni e con una lunga storia di precariato alle spalle. I suddetti tagli andranno poi ad aggiungersi alla razionalizzazione dei piccoli plessi scolastici, manovra prevista sempre per il prossimo anno”. “La scuola pubblica italiana – ha aggiunto – vive già da tempo una situazione di grandissima difficoltà finanziaria come evidenziato dall’impossibilità, concretizzatasi in molti istituti scolastici, di far fronte alle spese ordinarie. Nel corso di tutto l’anno scolastico 2008/09 molti istituti della provincia di Benevento hanno denunciato la mancanza di risorse per pagare le supplenze, le utenze, le visite fiscali e per organizzare i corsi di recupero pomeridiani nelle scuole medie superiori. I singoli istituti hanno dovuto provvedere da sé, facendo spesso ricorso a forme di ‘autotassazione’ di docenti e famiglie per salvaguardare un livello dignitoso della qualita¿ dell¿offerta didattica”. “Ho dunque chiesto al Ministro – ha concluso Boffa – se non ritenga opportuno, considerate anche la contingente crisi economica che sta attraversando il Paese e l’alto potenziale strategico del settore dell’istruzione e della conoscenza, ridiscutere e modificare il piano programmatico e i regolamenti attuativi della Finanziaria estiva, con particolare riferimento alla situazione del Mezzogiorno e delle sue aree più deboli come il Sannio dove il taglio delle 400 cattedre e la ipotizzata chiusura di un certo numero di piccoli istituti va ad aggiungersi alla riduzione di altri servizi essenziali, quali il sistema locale dei trasporti e la rete dei presidi di continuità assistenziale, con inevitabili conseguenze negative in termini di desertificazione sociale e di sopravvivenza delle comunità locali”.(ANSA).

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