CGIL: Ambito Sociale ex b4/ b5- siamo alla ritorsione

 Qualche giorno fa quattro, delle 12 lavoratrici storiche dell’AmbitoSociale B5, che fa capo al comune di Morcone, quale ente capofila, si sono viste notificare una lettera di recesso dal contratto di lavoro che aveva vigenza fino al 2016. La “colpa”: non aver condiviso la soluzione, alle difficolta’ economiche e gestionali, propostagli e sottoscritta da una parte dei comuni afferenti all’ex Ambito B4 in oggetto ( Casalduni, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Fragneto Monforte, Morcone, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio La Molara, San Marco dei Cavoti,Santa Croce del Sannio) fatta eccezione per i Comuni di Campolattaro, Fragneto l’Abate e Sassinoro.

Siamo alla ritorsione! Stiamo parlando di lavoratrici, altamente qualificate, specializzate, dedite al lavoro di cura e di assistenza delle fasce deboli (minori, anziani, indigenti, tossicodipendenti, disabili) del nostro territorio, amate dagli utenti, disposte a lavorare nonostante i 19 MESI di MANCATO pagamento dello STIPENDIO, in una condizione di PRECARIETA’ che si perpetua da 14 ANNI.

Di fronte alla legittima pretesa, di rispetto delle piu’ basilari esigenze della dignita’del lavoro e della persona, la reazione dell’Istituzione e’ stata la rescissione del contratto in essere, per altro frutto di una conciliazione fatta nel 2012, dinanzi alla Direzione Territoriale del Lavoro ed alla presenza dei Sindacati CGIL, CISL e UIL. I lavoratori coinvolti si sono trovati dinanzi alla proposta, non condivisa da questa Organizzazione Sindacale, di accettare dopo piu’ di dieci anni di continuita’ lavorativa con l’ente comunale capofila, di interrompere tale lungo rapporto, per altro non retribuito da 19 mesi, si ribadisce, in cambio un contratto misto di 30 ore/mese con l’Ente Capofila ed un numero di ore non definito con un soggetto del terzo settore, “rinunciando ad azioni giudiziali risarcitorie o di qualsiasi altro tipo” . Cioe’ mentre la Corte Europea, con una ordinanza di carattere dirompente, afferma che l’Italia deve riconoscere il diritto del precario “storico” di essere assunto a tempo indeterminato, il fu Ambito Sociale B4 pone gli assistenti sociali, i sociologi, gli psicologi, operatori di infanzia (solo per ricordare alcune delle professionalita’ che rappresentano l’ossatura del nostro stato sociale), alla porta dopo 14 ANNI di servizio.

Oltremodo dai verbali effettuati nei vari incontri e mai pervenuti alla scrivente, sono state proposte strade alternative tra le quali l’utilizzo dei fondi P.A.C. ed H.C.P. ma mai prese in considerazione.

Dulcis in fundo, vi e’ un altro aspetto che questa O.S. ha sottolineato, che e’ stato uno dei motivi della non condivisione della proposta avanzata, la stessa promana solo da una parte dei comuni di un Ambito, il B4, non piu’ esistente e quindi privo di legittimazione ed inoltre l’attuale Ambito Territoriale B5 eventualmente deputato a prendere decisioni, e’ attualmente commissariato dalla Regione Campania. Quindi la proposta avanzata ai lavoratori, cosi come la risoluzione dei contratti in essere, nei confronti di chi non ha voluto accettare una mortificazione professionale ed umana, e’ fatta da un soggetto non legittimato, non avente a nostro avviso, potere di farla.

Chi assicurera’, tra qualche giorno, i servizi garantiti dai lavoratori mandati a casa, nei comuni nei quali essi hanno operato per 14 ANNI?

Con quale conoscenza del territorio, dei sui anziani soli, minori in difficolta’, disabili bisognosi di assistenza? I tempi di una gara d’appalto, si sa, non sono congeniali a garantire la dovuta continuita’ assistenziale.

Avremmo sperato che i nostri sindaci avessero mostrato una sensibilita’ diversa, ed una apertura reale a soluzioni altre, invece si e’ scelta la strada piu’ semplice e comoda, ma piu’ dannosa per chi ha mostrato di fare il proprio lavoro con passione e serieta’, e non certo per soldi…

 

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