De Lorenzo: \”Malato di cancro, gli fissano la visita a marzo 2011\”

In definitiva, nulla più ci stupisce anche se il cittadino si rende conto solo quando, molto spesso d’improvviso, si trova a lottare dinanzi a patologie d’ogni tipo. L’ultima vicenda, in ordine di tempo, che sa di assurdo, di cui siamo stati spettatori, si è verificata la scorsa settimana. Ad un paziente, mesi fa, viene diagnosticato un carcinoma polmonare con metastasi diffuse. Una diagnosi senza appello. Per lo sventurato inizia  il solito calvario che qui riteniamo superfluo descrivere. A metà luglio, i familiari, con la richiesta del medico di famiglia (n.Y0368919753 del 21.07.2010), per cercare di alleviare le sofferenze del congiunto, chiedono una consulenza pneumologica. Su quest’ultima, per rendere evidente il problema all’interlocutore del servizio prenotazioni presso il Cup dell’Azienda Ospedaliera "Rummo", viene riportata, testualmente, questa diagnosi: "Carcinoma polmonare con metastasi ". Giunti al servizio prenotazioni, la data in cui lo sventurato dovrebbe sottoporsi a controllo – mai come questa volta il condizionale è d’obbligo – è fissata per l’ 8 marzo 2011: otto mesi. Un record di attesa, 227 giorni! A nulla valgono le doglianze dei familiari. Crediamo che dinanzi ad un simile scempio non ci sono commenti che tengano e vogliamo augurarci che, da subito, le autorità competenti, senza indugi, aprano una doverosa inchiesta. Riteniamo doveroso precisare che la colpa precisa va ascritta ai vertici dell’azienda che non hanno, come crediamo sia doveroso, previsto una corsia preferenziale per pazienti affetti da patologie sì gravi e non si sono preoccupati di destinare al servizio prenotazioni un personale scelto i cui componenti, al di là di essere  semplici burocrati, sappiano, con saggezza ed umanità, fare una cernita giusta ed opportuna. A quel burocrate, che non ha dimostrato un briciolo di umanità, vorrei chiedergli quale sarebbe stato il suo comportamento se al posto di quel malcapitato, che vive con una pensione di quattrocento euro al mese, si fosse trovato un suo familiare. Nessuna colpa, sia ben chiaro, va ascritta ai medici tutti del reparto di pneumologia egregiamente retto dal Dott. Mario Del Donno, professionista di indiscusso valore. E’ quello un reparto funzionale, oltremodo funzionale, ove operano medici di una umanità indescrivibile. Anzi, proprio perchè è un reparto che funziona, a quanto ci è dato sapere, sta sotto la scure dei tagli. Invece, una visione attenta e sensibile ai bisogni dei sofferenti, dovrebbe potenziarlo con unità mediche e paramediche per rendere vieppiù valide le risposte ai malati. La colpa di simili episodi, che non si confanno ad un paese civile, devono essere attribuite a chi è al vertice dell’azienda. E ci si augura, ripetendo un copione stantio, di non trovarci domani a leggere sui giornali le solite spiegazioni di facciata intrise di suoni e di vento, ma che, in ultimo, non portano ad alcunchè di concreto. In questi casi è auspicabile solo il silenzio. Anzi, il manager del "Rummo" ne uscirebbe a testa alta se, ammettendo l’errore, si preoccupi solo di presentare le sue scusa al paziente. Di una sola cosa dovrebbe preoccuparsi: di non indugiare dal momento che rischierebbe di non poterlo fare più.

                                                                            Giuseppe De Lorenzo

ARTICOLI CORRELATI