De Minico: Spero che la posizione della Confesercenti non sia strumentale a giochi politici

nel tentativo di affrontare e risolvere i problemi veri della città. Per quanto detto e per quanto, negli anni, costruito, nei limiti dei ruoli che ho avuto l’onore e l’onere di ricoprire, auspico che la presente campagna elettorale, dai toni già estremamente accessi, possa basarsi sul confronto costruttivo e non deteriore. Ne diano insegnamento, al di là di ogni valutazione partitica, i vertici locali di ogni compagine politica. Convinto di quanto affermato, riconduco queste mie parole all’argomento su cui mi preme fare riferimento. Attraverso la stampa locale, ho avuto l’opportunità di leggere un sondaggio effettuato tramite internet, indirizzato ai commercianti della città. Aver preso visione dei risultati da esso rilevati mi concede la possibilità di ritornare sull’argomento, non per fini propagandistici, ma per sottolineare, ancora una volta, che i correttivi dallo scrivente progettati dopo la pedonalizzazione del corso Garibaldi, di cui fui artefice, erano più che giusti e più che apprezzati dai commercianti beneventani. Ed infatti, si legge chiaramente tra i risultati del sondaggio che: “il 68% dei commercianti è favorevole alla chiusura al traffico di alcune zone del centro e alla creazione di parcheggi in zone adiacenti”. E’ ancora attuale e, per dire il vero, necessaria l’attuazione di quel progetto da me definito: l’adibire a zona parcheggio lo spazio oggi riservato al terminal bus, successivamente allo spostamento di quest’ultimo nella zona della città più opportuna al suo accoglimento, il Rione Ferrovia. Dunque, se è vero quello che dal sondaggio è venuto fuori, se è vero che i commercianti invocano quanto da esso pervenuto, è del tutto giusto pensare che, questi ultimi, nessun tipo di seria tutela hanno ricevuto dall’attuale maggioranza di centrosinistra, nessun tipo di politica strategica è stata a loro riferita dall’amministrazione Pepe. Su quest’ultima i commercianti, quelli più accorti, esprimano il loro giudizio così come, nel passato, severamente venne fatto sulla mia persona, la quale altro non realizzò che opere positive per la crescita reale, materiale ed anche culturale della città, opere che, se fosse seguita loro un’azione seria di rilancio commerciale, avrebbero giovato tutta la cittadinanza beneventana. Si affidino i cittadini tutti a quelle persone che, nell’assumere sempre le responsabilità delle proprie azioni, hanno lavorato per la città seppur osteggiati da critiche e polemiche dalla vista corta, oggi sconfessate dai fatti. Non si affidino i beneventani a chi, oggi, è pronto a fare delle idee, dei progetti e delle opere altrui il proprio bagaglio programmatico dopo averle aspramente osteggiate.
Ad Alviggi, cui rinnovo i miei ringraziamenti perché mi consente di intervenire su temi che per anni sono stati strumenti di polemica rispetto al mio, ad oggi, apprezzato operato, chiedo, per cortesia, di attendere nel consegnare programmi di rilancio per il commercio alle istituzioni locali, così da non confondere le azioni e gli intenti dell’associazione di categoria di cui è Presidente con gli slogan elettorali di qualche parte politica in piena e consolidata campagna elettorale, non alimentando, in questo periodo di formazione delle liste, alcun tipo di maligno pensiero essendo lui stesso, Alviggi, cugino del sindaco Pepe. Convinto che l’operato del Presidente di Confesercenti non sia strumentale ad alcun tipo di gioco politico, nell’augurio che i fatti questo dimostreranno alla città, continuo a ringraziarlo anticipatamente perché sicuro che apprezzerà il mio umile invito.
In base a tale riflessione, che fonda la sua argomentazione sui problemi e non sui personalismi, chiedo ancora, con trasparenza, ai cittadini di scegliere, tra i tanti, gli uomini che guardano alla città, ai suoi nevralgici problemi, alle necessità della comunità con una visione amministrativa non ondivaga ma ampia ed estesa, finalizzata al raggiungimento del reale sviluppo e benessere di tutti e non, in base agli opportunismi e alle circostanze, di qualcuno a discapito di altri.  

 Luigi De Minico

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