Germania: Berlino, a processo dipendente Bnd accusato di aver passato documenti a Mosca

Berlino, 13 dic. (Adnkronos/Dpa) – Si apre tra imponenti misure di sicurezza questa mattina alle 9.30 a Berlino il processo ad un dipendente dell’agenzia di intelligence tedesca per l’estero, Bnd, accusato di tradimento per aver passato alla Russia informazioni confidenziali. Alla sbarra, oltre al 53enne cittadino tedesco, anche un presunto complice, un commerciante di diamanti con cittadinanza tedesca.

La procura federale sostiene che i due abbiano trasmesso informazioni segrete ai servizi segreti russi, FSB, in due occasioni nell’autunno 2022, pochi mesi dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’intelligence russa avrebbe pagato il dipendente del BND Carsten L. 450mila Euro e l’uomo d’affari Arthur E. almeno 400mila. Secondo gli investigatori, Carsten L. avrebbe stampato o fotografato nove documenti interni del BND nei suoi incarichi di lavoro a Berlino e Pullach vicino a Monaco nel settembre e nell’ottobre 2022. (segue)

Arthur E. avrebbe poi consegnato le informazioni ai servizi segreti russi e avrebbe incontrato più volte i dipendenti del FSB a Mosca. Gli incontri sarebbero stati organizzati da un uomo d’affari russo che E. conosceva. Carsten L. è stato arrestato a Berlino il 21 dicembre 2022, Arthur E. è stato arrestato nel gennaio 2023 come sospetto complice dopo il suo rientro a Monaco con un volo dagli Stati Uniti.

L’indagine è stata condotta in stretta collaborazione con il BND e con il sostegno del Federal Bureau of Investigation (FBI). A causa della grande quantità di informazioni classificate come segrete, le udienze si svolgono per lo più a porte chiuse nel rispetto di rigorose misure di sicurezza che vietano di portare in aula cellulari, computer e altri oggetti.

Nell’atto d’accusa la Procura federale denuncia anche un caso particolarmente grave di tradimento da parte di entrambi gli imputati, che rischiano pertanto pene detentive comprese tra i cinque anni e l’ergastolo, se riconosciuti colpevoli di aver sfruttato una posizione di responsabilità che gli impone l’obbligo di proteggere i segreti di Stato.

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