Giovani e Lavoro nella società post crisi

“Con la giornata di oggi – ha spiegato in apertura l’assessore alla Formazione e al Lavoro Mirna Campone – intendiamo lanciare un segnale ai nostri giovani, con i quali condividiamo questa sfida e ai quali dobbiamo dare il nostro pieno supporto affinchè siano messi in grado si sostenere l’onere, ma anche di beneficiare degli onori, di gettare i semi per la creazione di qualcosa di nuovo, che possa divenire la base della società del futuro”.
La professoressa Maria Rosaria Napolitano, docente di Marketing all’Università del Sannio e anima del convegno, ha tenuto le fila del discorso nel corso di una mattinata in cui sono stati lanciati importanti messaggi.               
“L’Italia – ha spiegato Vitale –  si trova al punto di incontro di due bufere: da una parte la crisi economica mondiale, dall’altra la nostra profonda crisi morale e politica. L’effetto dei due tsunami che si incrociano è devastante. Se riusciamo a liberarci di alcune nostre piaghe bibliche, come la criminalità organizzata che conta un fatturato quattro volte superiore a Finmeccanica, allora ci saremo incamminati sulla via giusta”. Tutto è inconciliabilmente in conflitto con un paese industrializzato. “La crisi – ha proseguito Vitale – manda un messaggio fortissimo: dovete affrontare i vostri veri problemi altrimenti nel nuovo mondo non c’è spazio. L’Italia può ancora contare su punti di forza che le permetterebbero di uscire dalla bufera”.
Il professore Bonomi ha rintracciato nella sua analisi due principali risentimenti che la società attuale si porta dentro. “Il primo lago rancoroso – ha detto – che dobbiamo impegnarci a svuotare  riguarda il 29% dei disoccupati nel sistema italia. Una società che smarrisce la propria ombra va verso il declino. L’ulteriore rancore sta nella capacità del territorio di produrre e competere nella globalizzazione. In questo paese, infatti, abbiamo logiche di chiusura territoriale. In ogni caso – dice ottimista – vedo il bicchiere mezzo pieno nel protagonismo dei giovani che verranno. Inoltre, la comunità operosa ci ha salvato dal totale fallimento”. Ma, come si svuota il lago della disoccupazione? “Dovremmo ragionare – ha concluso – sulla terziarizzazione e sulla modernizzazione. 
Sulla poltica degli incentivi Carlo Borgomeo è stato chiaro. “Il mezzogiorno – ha detto il presidente di Fondazione per il Sud – dovrebbe riprendere in mano il suo destino, sapendo che ci sono cose che vanno fatte necessariamente. Gli incentivi devono essere concessi dove già c’è un progetto innovativo. La città di Benevento – come anche gli altri relatori avevo già affermato – ha potenzialità maggiori in Campania”.
Nella sessione pomeridiana, intitolata “Creare un’impresa nella società post-crisi. È possibile? Come fare?”, moderata dal professore Paolo Ricci, docente di Economia aziendale dell’Università del Sannio, hanno portato la loro esperienza quattro importanti aziende della Campania, Microgame, Rummo, Mataluni, Harmont&Bleine, insieme ad uno spin off dell’Università del Sannio, KES.

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