I Carabinieri hanno dato esecuzione al decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli

 

 

Il decreto di fermo ricostruisce le vicissitudini di un piccolo imprenditore nel settore della ristorazione che, nel mese di agosto dell’anno scorso, a causa della sua precaria situazione economica, si rivolse ad un suo conoscente, il più giovane degli indagati, per ricevere aiuto. Poco dopo venne stabilito il patto usuraio, a fronte di un prestito di € 2.500,00, la vittima fu costretta ad impegnarsi a versare, entro un mese, € 3.500,00.

Come succede spesso in questi casi, il tasso d’interesse altissimo, 40% mensile, ha portato la vittima, non solo all’impossibilità di far fronte alle scadenze prestabilite, ma addirittura a cessare l’attività di ristorazione a cui attendeva e, così, entrare in una spirale senza uscita.

E’ parimenti emerso in modo univoco, nel corso delle indagini, la violenza di cui sono stati capaci gli indagati che non hanno esitato a minacciare in modo serio la vittima ed i suoi più stretti congiunti. Infatti, dall’attività di usura posta in essere dagli indagati, si è poi accompagnata anche quella di estorsione che è stata interrotta con l’esecuzione del provvedimento restrittivo.

E’ risultato altresì dalle indagini l’ascivibilità della condotta dei due Gagliardi ad una metodologia mafiosa basata su una forte coartazione psicologica delle vittime, in relazione al recupero del credito da parte di appartenenti al noto clan camorristico operante a Marcianise (CE).

Determinante al buon esito dell’indagine sono state alcune attività investigative di carattere tradizionale poste in essere da tempo dal Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Benevento.

 

 

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