Iadanza (PD): \”Mi candido e Pepe l\’ha saputo per primo\”

Ormai lei è in campo nella corsa a candidato sindaco? Può spiegare il senso della sua decisione? «Il quadro politico rispetto alle elezioni amministrative del 2006 è profondamente mutato: in quell’epoca, gli strumenti per la indicazione dei candidati sindaci erano sostanzialmente riservati alle segreterie regionali che attuavano una sorta di compensazione su base territoriale; oggi, invece, non solo il PD, ma oserei dire tutte le componenti della coalizione di centro sinistra riconoscono uno strumento di selezione del candidato sindaco più moderno, più partecipato, più condiviso, che sono le primarie di partito e/o di coalizione. Tale strumento oggi consente che non rimangano inespresse aspirazioni di singoli o di formazioni politiche; infatti le primarie, viste come momento unificante e non di divisione o contrapposizione, sono l’occasione per valorizzare, agli occhi dei cittadini, il proprio patrimonio di competenze, di capacità e umano». Rispetto al sindaco uscente Fausto Pepe, quali differenziazioni si sono avute in questi anni? «Molte volte, in questi anni, in Giunta, si sono determinate posizioni differenziate: lo spirito di sacrificio ed il senso di responsabilità sono stati sempre la stella polare del mio e dell’altrui comportamento». Come ha reagito il sindaco di fronte alla sua discesa in campo? «Credo che questa domanda più correttamente la dovrebbe rivolgere al sindaco; se comunque devo riferirmi all’unico colloquio privato avuto col sindaco sull’argomento, devo dire che ritenne legittima la mia aspirazione». Lei è assessore alle Attività Produttive: pensa che sarà imbarazzante procrastinare la sua collaborazione con Pepe sino alla conclusione della candidatura? «Per me sicuramente no e voglio credere anche per il sindaco, dovendo ancora, in questi sei mesi che ci separano dalle elezioni amministrative, completare il programma di mandato che prevede ancora l’approvazione di punti importanti con la collaborazione e l’impegno di tutti». In caso di più candidature, via alle primarie. Che tipo di confronto immagina? «Auguro alla città di Benevento che le candidature alle primarie siano molteplici e che si possa avere un confronto serrato, leale e corretto tra gli aspiranti, che porti ad un reale arricchimento delle linee programmatiche, già in parte individuate dalla coalizione». Il suo collega assessore Ionico aveva aperto a "Territorio è Libertà", ma sembra che tutti lo abbiano stoppato. Lei considera chiuso il discorso con i Viespoliani? «In genere sono un attento osservatore e pur tuttavia mi è sfuggita questa apertura effettuata dall’assessore Ionico e conseguentemente lo stop dato da tutti allo stesso assessore Ionico, il quale, in verità, ha richiamato all’attenzione di tutti gli eventi che stanno accadendo a Roma e che non mancheranno di determinare i propri effetti nei territori, soprattutto a Benevento, ove si trova ad operare il senatore Viespoli attuale numero "2" di FLI e quindi pezzo da 90 di quell’ipotetico centro che potrebbe costituirsi con l’UDC di Casini e l’API di Rutelli. Mai Ionico ha posto in dubbio che si dovesse ripartire dalla alleanza di centro-sinistra, ma come altri autorevoli esponenti di partito, ha invitato tutti a porre attenzione alle novità nazionali e territoriali». Non pensa che, alla luce del quadro che si va profilando a Roma, ci si potrebbe ritrovare ad un eventuale ballottaggio? «Questa è un’eventualità molto probabile perché saranno in campo almeno tre – quattro candidati sindaci di notevole calibro. Non sarà come la precedente tornata elettorale quando i candidati veri erano solo due: D’Alessandro e Pepe. Gli altri due erano sì in campo, ma non concorrevano. Ovviamente all’epoca era chiaro che il risultato si acquisiva al primo turno». Il rapporto con l’API: Bello ha chiaramente detto che il documento sottoscritto non impegna i Rutelliani in una alleanza con il centro sinistra. Quale tipo di alleanza lei prefigura? «Non ci sono al momento segnali concreti di un distacco dell’API dalla coalizione di centro sinistra tenuto conto, tra l’altro, che questo partito è in amministrazione sia al Comune che alla Provincia. Posso solo ipotizzare che se dovesse esserci in futuro una posizione diversa, questa possa solo essere collegata ai rivolgimenti nazionali».

IL MATTINO del 17 Novembre 2010

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