La ciclista Claudia Cretti è stata dimessa dal Rummo. I ringraziamenti della madre Laura

Claudia Cretti, la ciclista bergamasca rimasta vittima di un grave incidente lo scorso 6 luglio nel Sannio, durante il Giro d’Italia femminile, ha lasciato la scorsa notte l’ospedale Rummo di Benevento, per trasferirsi in un centro specializzato di riabilitazione psicomotoria. Prima di lasciare l’ospedale, Valentino Villa, presidente della Valcar, la squadra professionistica per la quale corre Cretti, ha consegnato a Laura Bianchi, mamma di Claudia, la maglia della squadra. Ed è stata proprio la signora Bianchi a ringraziare pubblicamente le tante persone che sono state vicine a lei e alla figlia Claudia, a cominciare dai primari dell’ospedale cittadino che hanno operato e curato la ciclista, al personale paramedico, alla Polizia per il tempestivo soccorso dopo l’incidente, al sindaco Mastella, al vicario della Questura e ai tantissimi beneventani che “ci hanno fatto sentire a casa nostra”.Ecco la lettera che la madre di Laura ha voluto pubblicare per ringraziare i medici ed i dipendenti dell’Ospedale Rummo, le autorità cittadini ed il grande affetto tributato a Claudia dai beneventani.

“Inizia una nuova avventura. Per noi può essere solo bella.
I medici della neurorianimazione ci hanno detto che non ricorderai nulla di questi 26 giorni trascorsi qui.
Noi invece ci ricordiamo e ci ricorderemo tutto.
La cosa bella è che non abbiamo solo ricordi di dramma, disperazione, paura. Ci sono una serie di emozioni , immagini, persone che ci portiamo nel cuore con affetto e riconoscenza.
Ora posso fare i nomi
Vado in ordine cronologico:
GRAZIE
Al personale dell’ambulanza a seguito del Giro Rosa che ti ha raccolto in condizioni disperate, diretto dal dott. Muttini ( che avendoti “adottato” moralmente ha organizzato il tuo trasporto in Lombardia)
Ai poliziotti che ti hanno scortato prendendosi anche dei rischi personali perché a loro era stato comunicato che c’erano solo pochi minuti di tempo. In particolare a Giuseppe, lui lo sa perché….
Al Dott. Catapano e la sua equipe, che mentre noi facevano il ” viaggio della disperazione” ha avuto per ore in mano la vita di Claudia , eseguendo un’intervento il cui risultato è sotto gli occhi di tutti.
Al Dott. DeCillis, primario di neurorianimazione, che ha avuto l’arduo compito di tranquillizzare due genitori disperati e di tenerli informati per quasi un mese ora per ora, giorno per giorno, in equilibrio delicatissimo tra obbiettività ed umanità
Al Dottor Ferro, direttore del dipartimento di neurologia
A tutto il personale del reparto di neurorianimazione, dal primo all’ultimo.
Al proprietario, al Direttore Ermete, a Rossella e a tutto lo staff dell’UNA hotel il Molino, che ci ha accolto come in famiglia
Al Direttore sanitario , Dott.. Jervolino che senza fare troppi annunci è passato personalmente a trovare mia figlia in solitudine alle 7,30 di mattina tutti i giorni
Al Sindaco Mastella e al Vice Questore che da subito con il potere della loro autorita’ sono venuti personalmente a farci la massima disponibilità per qualunque cosa avessimo bisogno
A tutti i Beneventani, al loro affetto, calore, vicinanza, solidarietà pur nella discrezione
Alle persone incontrate nella sala d’attesa, che, pur nel loro dolore e nella preoccupazione dei loro cari in rianimazione, non hanno mancato un giorno di chiedervi di Claudia. A loro un pensiero particolarmente affettuoso e tanti auguri…
A tutte le persone che hanno cercato di starmi vicino, chi esponendosi, chi restando in silenzio, chi pregando, chi facendomi forza. Tutte le mamme che si identificavano, i papà, e la famiglia del ciclismo, Ci è arrivato TUTTO!
A proposito di mondo del ciclismo, ai dirigenti del gruppo sportivo ciclistico sangiorgese, Paolo e Arnaldo.
Spero di non aver dimenticato nessuno.
Cara Claudia. Io ho fatto una promessa. Tra qualche mese dobbiamo tornare a Benevento. Tutta la famiglia. Anche se non ricorderai niente, sarà una storia fantastica che noi ti racconteremo e ti porteremo a visitare posti e persone.
ARRIVEDERCI a tutti”
Con grande affetto.
Laura e famiglia.

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