La Corte dei Conti censura il Comune di Benevento per lo swap del 2007. L’opposizione deposita la richiesta per celebrare una seduta di consiglio comu

Nel corso dell’incontro si sono alternati al microfono i consiglieri del PdL Nicola Boccalone, Luigi Bocchino, Roberto Capezzone, Ettore Martini, Mario Pasquariello e Fernando Petrucciano.Presenti in sala Luigi De Minico, Antonio Reale e Gianfranco Ucci.«L’assenza di un limite al tasso massimo di applicazione e il riferimento alla legislazione inglese rappresentano – hanno affermato i consiglieri comunali del PdL – seri motivi di censura della Corte dei Conti all’operato dell’amministrazione Pepe che tra luglio e agosto 2007 ha definito una propria operazione finanziaria sui prodotti derivati, il cosiddetto swap. La Corte dei Conti ha contestualmente rimarcato che l’operazione posta in essere dall’esecutivo Pepe disattende le regole previste in materia ed espone, così, a serio rischio le casse comunali.Nel medesimo provvedimento il massimo organo di controllo contabile ha anche avuto modo di rilevare la correttezza e il puntuale rispetto delle regole che l’amministrazione di centrodestra aveva adoperato nell’adozione dello stesso strumento finanziario. Cosicchè – hanno aggiunto gli esponenti dell’opposizione – alla legittimità del centrodestra – corroborata dal rispetto dei principi della trasparenza, efficacia, efficienza, opportunità – si contrappone la rilevata irregolarità delle operazioni poste in essere dall’amministrazione Pepe».La Corte dei Conti ha chiesto un immediato intervento per assumere ogni iniziativa necessaria per l’adozione delle misure correttive allo swap della giunta Pepe. Di qui la richiesta dei nove consiglieri del PdL al presidente dell’assemblea, al sindaco della città e al segretario generale di convocare un’immediata seduta di consiglio. La stessa richiesta è stata inviata per conoscenza alla prefettura di Benevento e alla Corte dei Conti di Napoli.La conferenza stampa dei consiglieri del PdL è stata aperta da Nicola Boccalone. «Quando l’amministrazione Pepe ha dato vita al “suo” swap, nel vano tentativo di far meglio di quanto avesse messo in campo la precedente giunta, ha evidentemente ritenuto che l’atto non passasse al vaglio della Corte dei Conti. Che invece non solo lo ha censurato ma ha certificato che quello dell’esecutivo di centrodestra fosse legittimo e conforme alla legge. Di più: stipulato con una banca italiana (Banca Opi) e tarato per contenere i rischi tra interesse minino e interesse massimo. Nel caso della giunta Pepe, lo swap (o, nel gergo beneventano “scuopp”) è stato portato a termine senza una gara specifica con l’individuazione discrezionale di un advisor che a sua volta si è agganciata a una banca inglese. Operazione censurata dalla Corte dei Conti che ora chiede il rimedio. Una delle soluzioni, di cui dovrà farsi carico l’intero consiglio comunale, potrebbe essere una costosa risoluzione contrattuale. Chi pagherà? Certamente non la città, perché non crediamo che i consiglieri di maggioranza vorranno seguire la giunta in questa vicenda». «In effetti – ha aggiunto Ettore Martini – il sindaco sa bene quali possono essere gli sviluppi di questa vicenda e sa anche che sarà difficile evitare risvolti patrimoniali, tanto che nel “tortuoso” e ritardato carteggio con la Corte dei Conti, ammette di aver chiesto alla banca inglese di rivedere il contratto, ottenendone in cambio una disponibilità a costi economici elevatissimi. Resta da chiedersi perché hanno deciso di fare un nuovo swap e perché hanno scelto quello che non prevedeva il tetto massimo degli interessi. Difficile pensare che si tratti solo di negligenza».«Dopo due anni di accuse alle scelte passate – ha esordito Mario Pasquariello – ci accorgiamo che lo strumento finanziario adottato dalla giunta Pepe presenta molti punti deboli. E per di più risulta quantomeno strano che sia stato caldeggiato da un assessore, salvo poi scoprire che può arrecare gravi danni alle casse comunali. Lancio un appello ai consiglieri di maggioranza a valutare bene questa vicenda e a non assumersi la responsabilità di un grave tracollo economico».«La conferenza stampa di stamattina – ha aggiunto Roberto Capezzone – non è di taglio moralistico. Un’amministrazione pubblica ha il dovere di gestire correttamente la spesa. Se l’opposizione riscontra che ciò non avviene e che la Corte dei Conti censura le operazioni finanziarie della giunta, è giusto intervenire. E noi non lasceremo nulla di intentato affinché sia posto un freno alla mancanza di efficacia, efficienza ed economicità».«La Corte dei Conti – ha asserito Luigi Bocchino – ci invita ad intervenire, come consiglieri, per rimediare alla superficialità, all’approssimazione e alla sciatteria politica della giunta. Noi ci assumeremo le nostre responsabilità. Di qui la richiesta di convocare il consiglio. Il rischio è forte e nessuno può toglierci dalla testa che il nuovo “swap” sia stato fatto esclusivamente per tentare di demolire il passato. Le conseguenze sono ora racchiuse nella censura dell’organo contabile».«In questa vicenda – ha concluso Fernando Petrucciano – emergono chiaramente delle responsabilità personali. C’è un’accertata mancanza di corrispondenza di finalità e di interessi tra la giunta, il Collegio dei revisori e la Corte dei conti. Bisogna intervenire subito. Intanto, però, il primo atto che ci aspettiamo sono le dimissioni del revisore Marco Silvestri, da qualche settimana segretario cittadino del Pd. Non può essere lui, soprattutto, in questa fase, a giudicare gli atti e le responsabilità degli assessori del suo partito. La verità è che il sindaco Pepe non perde occasione di fare comparazioni, a sua utilità, tra passato e presente. Intanto, però, non passa giorno che non incappi in rilievi e sanzioni. Credo sia arrivato il momento di smetterla e di chiarire le responsabilità di tutti».

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