Può essere definito l’atto finale di un teatrino, quello della politica, nel quale si rappresenta sempre la stessa tragicommedia e che in molti speravano di non dover vedere.E’ il segno che la triste storia recente, che ha rovinosamente interessato la nostra provincia, in relazione alle logiche spartitorie, che ispirano le scelte, non ha insegnato nulla né a destra né a sinistra.L’art. 6 della Legge n. 865/71 affida al Consiglio Provinciale il compito di scegliere e di eleggere i componenti dell’organo amministrativo; quello che si ricava dalle note giornalistiche delle ultime settimane chiarisce che al Consiglio residua solo una funzione di ratifica di decisioni assunte altrove.Il sistema di voto, prosegue Mazzoni, è pensato al fine di consentire che i nominativi prescelti siano espressione di tutta l’assemblea consiliare, in quanto consente che anche le minoranze esprimano una indicazione.Invece, da un canto, la maggioranza ha aperto una contesa tutta interna per stabilire a chi “tocchi” il Presidente e il PDL, dall’altro, ha dichiarato, con l’annunciata comunicazione degli organi di partito al Capogruppo del PDL in Consiglio, che intende procedere in assoluto dispregio del principio di partecipazione delle minoranze, escludendo l’UDC da ogni tipo di coinvolgimento.Il tutto avviene senza la benchè minima preoccupazione rispetto a competenze e requisiti di professionalità dei soggetti da prescegliere. La logica dei numeri, ha concluso l’on. Erminia Mazzoni, che non corrisponde a quella della democrazia, rende difficile ostacolare queste pratiche, ma almeno non impedisce di avversarle e di denunciarle. In Consiglio Provinciale, unica sede vocata per legge, mi farò carico di tutelare quella parte dei cittadini sanniti – che ritengo sia la maggioranza – che ha voglia non di occupare poltrone, ma di essere garantita che le poltrone siano affidate, per titoli ed esperienza; quella fetta di elettori che ha creduto alla propaganda sulla meritocrazia e che si aspetta un cambiamento.
ARTICOLI CORRELATI