Nardone: mi alleo con chi vuole innovare e realizzare

Presidente Nardone perchè si candida? «Più che candidato, sto cercando di organizzare attraverso il movimento "Sud Innovazione e Legalità" delle energie, dei giovani, dei talenti, persone che vogliono costruirsi qui nel Sannio un futuro, mettendo il campo idee e lavorando per fare un territorio intelligente così come suggeriscono i grandi studiosi dello sviluppo. Non sono più le differenze finanziarie a creare le condizioni per il futuro». Quali reazioni ha registrato dopo la sua discesa in campo? «Invece di parlare nel merito, alcuni fanno ricorso agli insulti. Parlando del sottoscritto, piuttosto che discutere delle questioni da me sollevate, mi ricordano ossessivamente che sono stato ex Pci-Pds-Ds-Pd. Bene, questi titoli e queste onorificenze non vengono usati quando si parla di qualcuno che è ex Dc-Ppi-Margherita e così via. O altri che sono ex Psi, "Amcora", Alleanza Riformista, Margherita ed ora Pd». Altra "accusa" che le viene rivolta è quella che lei è vecchio e rappresenta il passato. «Che significa essere vecchio? Maurizio Virolo che ha tenuto una bella conferenza qualche giorno fa ha detto: "Ci vuole qualcuno con le rughe che aiuti questi ragazzi a vincere le vulnerabilità e le difficoltà". Ma poi da chi provengono queste accuse? Da chi sta in Parlamento da tempo immemorabile, deputati che erano consiglieri regionali forse dalla fondazione della Regione. Ma queste polemiche non mi interessano» Ritorna sui programmi? «Sì, preferisco confrontarmi su come è possibile, ad esempio, riqualificare rione Libertà per fare avere a quella zona della città energia gratis; come è possibile utilizzare l’opificio abbandonato dell’ex Manifattura Tabacchi; cosa si può fare Capodimonte e come si può rilanciare il Centro Storico per farlo diventare vivo ed attrattivo. In buona sostanza non si parla delle cose da fare per la città ma si preferisce personalizzare il confronto Poi il presidente della Provincia Cimitile viene a dirci che lui è un uomo di partito». Perchè non è così? «Vorrei ricordargli che era stato sottoscritto un documento che stabiliva che il suo vice doveva essere Giorgio Nista. Non mi pare che Cimitile, peraltro sostenuto pure da liste civiche, lo abbia rispettato. Lui uomo di partito ha fatto altro». Quale giudizio sul sindaco Pepe? «Un sindaco giovane, bravo avrebbe potuto sperimentare una maggiore energia, una maggiore autonomia. Avrebbe dovuto essere il riferimento dell’innovazione ma seppur non per sua esclusiva responsabilità, l’innovazione non è di casa nel nostro territorio. Inoltre nell’agenda del Comune mancano alcune centralità: ritardi ingiustificati per la concessione edilizia della caserma Guidoni, un Puc non orientato alla sostenibilità di una città come Benevento». Non è un mistero che le abbia un dialogo con Tel. Ha avuto anche contatti con Udc e Api: è interessato ad un discorso di Terzo Polo? «Devo premettere che non sono un uomo del Terzo Polo, Non è possibile cancellare le storie personali, non appartengo alla categoria dei trasformisti. Rilevo solo che gli unici due momenti di discussione sul tema della città sono stati l’iniziativa del senatore Viespoli "Oltre le mura" e "Parliamone". Ora se si dovessero determinare delle convergenze su un programma concreto, come è avvenuto per esempio sul Mib, condiviso da Viespoli quale sottosegretario, allora il dialogo è fattibile. Se invece prevale la logica dei poli nazionali è ovvio che non posso aderire al Terzo Polo». Secondo l’Api lei non essendo nel Terzo Polo non può essere il candidato a sindaco. «Se queste forze accetteranno un’idea di territorialità bene, altrimenti io non sarò mai l’equilibratore di istanze di partito. Oggi serve far prevalere la competenza rispetto all’appartenenza e se qualcuno rinuncia ad un pizzico di identità nazionale per affrontare con un pizzico di caparbietà e amore i problemi del territorio ben venga». È per questo che non si riconosce nel Pd? «Mi avrebbe fatto piacere, da iscritto, trovare un luogo per dire la mia e, come me, tantissimi giovani. Ma se i luoghi della collegialità non esistono, che senso ha il partito? Dovrebbe essere lo strumento per il bene comune. Ed invece è il luogo della discrezionalità dove tre persone assumono decisioni per lo più gestionali. Chi ha il gusto delle idee deve trovare il luogo per poterle esprimere, se non li trova deve fare altro». In sintesi illustri la sua "Idea forza". «Avevamo sperimentato in questo territorio una capacità di connessione molto efficace realizzando progettualità originali, forme innovative di co-finanziamento. Molte delle infrastrutture sono state realizzate così. Pensi a Zingara Morta, ai lavori della Fortorina, alla Fondovalle Isclero. Insomma, tutta questa capacità di relazione, di progettualità segna un pochino il passo, si rischia di perdere risorse». Come ai tempi del Mib. A proposito, che fine ha fatto? «Assieme a Carlo Landolfi, in attesa che le istituzioni decidessero, abbiano garantito una fase di emergenza. Ne siamo felici perchè il 19 ottobre è stato registrato un brevetto sulla diagnostica e il trattamento dei tumori infantili del professore Iavarone e di sua moglie Anna Lasorella e c’era la possibilità di presentare con il Pon il primo distretto biotecnologico, da 5 a 25 milioni di finanziamento. Sarebbe stata una opportunità ma andava costruito il partneriato pubblico-privato, andavano fatti tutti gli atti istuttori. Ma ho visto che è cambiata la strategia in questo settore. La sede che era stata individuata per la Club House del Mib a Piano Cappelle è stata destinata dalla provincia ad altro». Concludendo, Nardone non è ancora candidato a sindaco ma potrà esserlo? «Esattamente!».

IL MATTINO del 13 febbraio 2011

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