Provincia, tra Cimitile e l\’API e quasi rottura

La delibera assunta dalla giunta, che proroga di un anno gli incarichi dirigenziali, ha innescato una durissima reazione da parte dell’Api: i rutelliani sono arrivati persino a paventare una loro autosospensione dal governo della Provincia, il che equivaleva ad un’ascesa sull’Aventino sia dell’assessore Gianvito Bello che del consigliere Mario Marotta, il cui voto risulta pregiudiziale per la sopravvivenza del centrosinistra alla guida dell’ente. Quello dell’unico rappresentante di Alleanza per l’Italia in consiglio è, infatti, uno dei 13 che da circa un anno e mezzo sta consentendo a Cimitile di andare avanti, dopo il ritiro dei 4 consiglieri ex Udeur dalla maggioranza. Dal suo canto, il quartetto mastelliano si è disperso, con 2 consiglieri che hanno seguito l’ex ministro della Giustizia nei ”Popolari per il Sud” (Alfredo Cataudo e Nino Lombardi), un terzo, Angelo Capobianco, destinato ad entrare ufficialmente nel gruppo del Pdl, mentre il quarto, il presidente del consiglio Giuseppe Maturo, ora è ufficialmente a sostegno dell’amministrazione, adesione peraltro provvidenziale dopo l’uscita di Lucio Rubano dall’alveo della maggioranza. Ma torniamo alla baruffa Cimitile-Bello. C’è da dire che, sopratutto negli ultimi mesi, il rapporto fra i due ha registrato diversi momenti di conflittualità, a volte su qualche deliberazione, più di recente dopo l’operazione Art Sannio, con la ”promozione” di Franco Barbato a presidente, presente il delegato di Cimitile, il consigliere Aurelio Bettini, unico esponente oltre a Marotta, di una maggioranza per il resto monocolore Pd, in quanto pure Sabatino Cecere, il consigliere che subentrerà al compianto Michele Maddalena, ha già reso noto che aderirà al gruppo bersaniano e non a quello di Italia dei Valori, lista nella quale si candidò nelle primavera del 2008. I rutelliani hanno protestato per l’elezione di Barbato, al punto che l’esponente Pd ha rassegnato, suo malgrado, le dimissioni e nella prossima settimana Art Sannio potrebbe avere un nuovo assetto (si parla di una presidenza assegnata al sindaco di Bonea, Gennaro Paradiso). Ma, non ancora spento tale focolaio, ecco un altro principio d’incendio, la proroga degli 8 dirigenti, quelli individuati tramite selezione pubblica agli inizi dello scorso anno, con incarico biennale per cui erano in scadenza il prossimo anno. La giunta provinciale, però, assenti lo stesso Bello, Barbieri e Pacifico, ha deciso di prorogare di un altro anno il rapporto, adeguandosi alle modifiche introdotte dal decreto legislativo 150 del 2009. In sostanza, il governo Cimitile ha ritenuto opportuno rispettare lo spirito della norma che si è mosso nella direzione di dare agli incarichi dirigenziali una durata minima «per rendere tale periodo sufficiente alla correlazione degli incarichi agli obiettivi posti dall’amministrazione ai dirigenti». Il decreto 165 del 2001, non a caso, stabilisce che la durata di tutti gli incarichi di funzione dirigenziale non può essere inferiore a 3 anni, né eccedere il termine di 5. Ad ogni modo, per ora l’Api ha ritenuto di soprassedere, anche se la decisione non dovrebbe essere legata al rischio di vedere revocato il proprio assessore, lo stesso Gianvito Bello. Ipotesi, fanno sapere ambienti del Pd, prospettata direttamente a Bello dal presidente Cimitile nel corso di un’animata telefonata, conclusasi, appunto, con il rinvio della verifica a dopo Ferragosto.

IL MATTINO del 12 Agosto 2010 Gianni De Blasio

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