RINVENUTO UNO DEI DUE AUTOCCARRI RUBATI AD APICE

Dalla accurata attività info-investigativa posta in essere dagli uomini della Benemerita, infatti, era emerso che i mezzi in questione potessero trovarsi nell’area della Valle Caudina: poche ore e, nella primissima mattinata, ecco il concretizzarsi dell’ipotesi formulata dagli operanti.
Lungo l’Appia, in località Airola, una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile nota transitare un autocarro, la cui targa corrisponde ad una delle due da ricercare: immediato l’inseguimento del veicolo che prova a forzare l’andatura, zigzagando lungo la statale nel tentativo di provocare un incidente (anche coinvolgendo altri veicoli) e disperdere la vettura militare.
La manovra dura circa 3km, allorquando, nell’imboccare una strada interpoderale, il grosso vicolo sbanda e va ad impattare contro un muretto di cemento: fine della corsa ed inizio della fuga, a piedi nelle campagne, dove i malfattori (due uomini vestiti con pantaloni e maglietta di colore scuro) fanno perdere la proprie tracce.
Ma i Carabinieri non demordono: il rinvenimento di un telefono cellulare, nel corso delle fasi di sequestro dell’autocarro, consente loro di individuarne l’intestatario – De Blasio Mario, operaio 32enne, pregiudicato, di Montesarchio – e continuare nelle ricerche.
Portatisi immediatamente presso la sua abitazione, non lo trovano ma non sfugge un particolare decisivo: nella lavatrice sono presenti soltanto un pantalone blue ed una maglietta nera, appena lavati; quindi rinvengono un paio di scarpe da lavoro piene di fango.
Sottoposto tutto a sequestro, i Militari proseguono le ricerche per le vie del centro caudino e, poco dopo, intercettano il giovane a piedi, lo bloccano e lo conducono in Caserma ove, a stretto giro,  arriva l’ammissione di quanto commesso qualche ora prima.
Dichiarato in stato di fermo per i reati di Ricettazione e Resistenza a Pubblico Ufficiale (artt. 648 e 337 C.P.), il De Blasio è stato condotto presso la Casa Circondariale di Benevento-Capodimonte, ove resterà a disposizione dell’autorità Giudiziaria.
Intanto le indagini proseguono alla ricerca del complice, dell’ulteriore refurtiva (un altro autocarro e circa 2mila litri di gasolio), nonché delle altre circostanze inerenti l’accaduto (gli autori del furto e la destinazione della refurtiva).  
 
 

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