Sant’Agata, è ancora questione ospedale. Il sindaco: Regione mantenga gli impegni

Tuttavia si tratta di un tempo sufficiente a far emergere quelle criticità che ancora non permettono il pieno e completo funzionamento dell’ospedale che ambisce ad essere polo d’eccellenza non solo per la provincia di Benevento, l’Irpinia e Terra di Lavoro (data la sua posizione, a cavallo appunto tra queste province) ma per l’intera regione. Risale al primo novembre l’attuazione del tanto agognato riassetto organizzativo della rete territoriale ed ospedaliera posto in essere dall’Asl di Benevento che accorpava nel Sant’Alfonso Maria de’ Liguori due strutture ospedaliere: il San Giovanni di Dio che è l’ospedale storico della città di Sant’Agata de’ Goti e l’ormai ex ospedale Madonna delle Grazie di Cerreto Sannita. Il nuovo ospedale prevede cento posti letto ripartiti nelle unità di degenza di: medicina generale, cardiologia, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, terapia intensiva, oncologia e geriatria. A queste unità si affiancano il servizio di pronto soccorso, la radiologia, il laboratorio analisi, la farmacia ospedaliera, gli ambulatoriali specialistici ed il servizio tecnico-manutentivo. Nei fatti ad oggi i cento posti letto non sono garantiti e molte unità, come ortopedia e cardiologia, seppur dotate di macchinari all’avanguardia, sono ancora chiuse o in gravi difficoltà. A decretare il rallentamento forzato delle attività l’assenza di risorse umane e finanziarie. Ma il Sindaco Carmine Valentino auspica il superamento della fase momentanea di stallo attraverso l’attuazione piena, da parte di Regione e vertici Asl, di un programma e di un piano già approvati sia dal governo centrale che dal governo regionale.

LA «QUESTIONE OSPEDALE» – Quella del Sant’Alfonso Maria de’ Liguori è una storia lunga, basti pensare che la sua prima inaugurazione risale al 2007. In realtà l’ospedale non fu mai aperto al pubblico e l’iniziativa fu, come afferma il sindaco Valentino «opera improvvida e improvvisata di un’amministrazione in difficoltà». Nell’agosto 2009 alla chiusura dello storico ospedale di Sant’Agata de’ Goti non corrispose ancora e a distanza di due anni dal completamento della struttura, la corrispettiva apertura del Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Numerose le proteste della cittadinanza per quello che si configurava sempre più come l’ennesimo progetto irrealizzato figlio di sprechi e mala gestione. Nel febbraio 2010, dinanzi ad una situazione ancora incerta, componenti dei comitati civici occupano l’aula consiliare del comune e attivano presidi davanti ai due ospedali, il vecchio nel centro storico cittadino e il nuovo situato in località San Pietro. La svolta avviene il 2 marzo 2010 quando amministrazione comunale, comitati e cittadini s’incatenano simbolicamente in attesa di una risposta certa degli organi competenti sull’apertura del presidio ospedaliero. A distanza di pochi giorni, il 10 marzo, il Sant’Alfonso apriva i battenti con una nuova inaugurazione – e questa volta vera – alla presenza di circa duemila persone tra cui l’assessore regionale alla Sanità, Mario Santangelo, il vescovo Michele De Rosa, il prefetto Michele Mazza, il commissario dell’Asl di Benevento Massimo Lacatena e il sindaco del comune sannita Carmine Valentino impegnato sin dall’inizio del suo mandato per una risoluzione positiva della «questione ospedale». Oggi tuttavia si vive una nuova fase problematica dovuta al rallentamento della messa in opera della struttura in tutte le sue parti.

VALENTINO: «REGIONE RISPETTI PIANO ZUCCATELLI» – Il sindaco santagatese, non manca di sottolineare la sua preoccupazione: «Abbiamo ancora carenza di ortopedici, di cardiologi, abbiamo ancora un servizio di rianimazione che è in difficoltà. Questa situazione di stallo crea svantaggi e alimenta scetticismo nei confronti di una struttura che invece è altamente attrezzata e pronta ad assumere un ruolo decisivo nella sanità campana». Valentino tra l’altro ricorda come da marzo a novembre siano anche cambiati gli interlocutori a livello regionale: «Tra tante difficoltà abbiamo traghettato la vicenda, anche nelle mutate condizioni, con questa apertura effettiva». L’attesa in questa fase seppur di avvio, è dunque una minaccia che se dovesse perdurare potrebbe portare anche alla estrema conseguenza della chiusura dell’ospedale. Bisogna dunque intervenire, il sindaco in questo si mostra fermo: «Il piano rivisto dal commissario governativo alla sanità Giuseppe Zuccatelli e avvallato dal governo centrale così come da quello regionale dev’essere attuato e non è più rinviabile. Non c’è nulla da decidere, noi chiediamo semplicemente l’attuazione piena di un qualcosa di già riconosciuto». «Se poi a livello politico chi è deputato a tale ruolo vuole modificare ciò che con tanti sacrifici nel tempo si è costruito – aggiunge Valentino – se ne assumerà le responsabilità politiche ed istituzionali. Io come sindaco di questa città sarò vigile e attento per l’attivazione piena del Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e mi impegnerò per far decollare definitivamente questa struttura. Se vi saranno poi responsabilità istituzionali e politiche che lo impediranno lo rappresenteremo nelle sedi utili». Intanto per aprile è prevista una verifica delle attività svolte in questi primi mesi di vita del Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e si spera si possa anche celebrare la piena attuazione di quanto programmato dall’azienda sanitaria di Benevento con la totale attivazione dei 100 posti assegnati e il pieno funzionamento di tutti i servizi.

 

 

Corriere del Mezzogiorno del 1 Febbraio 2011

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