Scontro a distanza tra i candidati a Sindaco

 In un cinema «Massimo» gremito, il sindaco uscente si ripresenta alla città e snocciola con chiarezza quelli che sono gli obiettivi che intende realizzare, «per continuare la strada intrapresa cinque anni fa». Innanzitutto, portare a compimento il percorso intrapreso «affinché Benevento diventi centrale sul territorio». Quindi, riprendendo le file del ragionamento fatto prima dal consigliere regionale Umberto Del Basso De Caro, affronta alcune questioni: il nucleare, «verso il quale siamo contro e lo diciamo con forza, invitando gli altri candidati sindaco ad esplicitare la loro posizione»; l’acqua, «non siamo per svendere la nostra acqua al Consorzio Idrico Alto Calore e anche in questo caso chiedo come si pongono gli altri». E poi affronta la questione dello scioglimento del consiglio: «L’unica certezza – argomenta – non è lo scioglimento, ma che i 21 consiglieri non hanno dato una spiegazione alla città. Le ragioni del loro gesto, a mio avviso, non le dovevano a me in quanto sindaco, ma ai cittadini che li avevano votati». E ancora. Sul debito del comune: «Ho sentito dire che è stata messa in giro una voce secondo la quale il comune sarebbe indebitato per 50 milioni di euro. E’ una bugia», grida con forza. Di più: il tema della legalità: «Abbiamo fatto passi importanti e – prosegue – vorrei ricordare che l’unico protocollo di legalità contro la camorra e la mafia, l’ho sottoscritto io». Quindi, analizzando alcuni punti del programma con cui si ripresenta alla città, Pepe ricorda i progetti realizzati nell’ambito del sociale, a favore dei senza fissa dimora, per gli anziani. E parla di tre asili nodo realizzati, dell’impegno nel Welfare: «Quando i cinquecento precari della scuola sono venuti a chiedere aiuto perché avevano perso il posto di lavoro per una manovra del governo centrale, ci siamo inventati il doposcuola popolare». E prima di chiudere ricorda: «Abbiamo tentato di disegnare una città che funzioni, civile ed europea». Prima dell’ex sindaco si alternano sul palco Umberto Del Basso De Caro e Adele De mercurio. Lungo e articolato l’intervento del consigliere regionale che definisce la coalizione che sostiene Nardone, «una minestra indigesta, la somma dei risentimenti e degli odi», l’ex presidente della provincia «un Narciso» e fa notare che «il Pd rappresenta il futuro e il presente dell’Italia. Quando gli elettori avranno compreso che il fenomeno Berlusconi è finito – rimarca – guarderanno dalla nostra parte, perché dall’altra non c’è nulla, come a Benevento, dove a destra non sono stati nemmeno in grado di esprimere una cultura di governo». Adele De Mercurio, infine, invita a «ridare fiducia al nostro sindaco al primo turno perché – dice – solo così avremo la possibilità di riprendere il nostro lavoro».
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È stato un pomeriggio piovoso che però ha aperto il cuore dei sostenitori del Patto per il Territorio che hanno gremito in ogni ordine di posto il cine-teatro San Marco. Gennaro Santamaria nel suo intervento è stato duro nei confronti di Pepe: «Combatteremo una battaglia contro questo improponibile sindaco di seconda mano, che solo ieri l’altro ha dato vita ad una pagliacciata indegna, inaugurando, senza averne la facoltà, un parcheggio che non aveva né pensato, né progettato, né appaltato. E’ un uomo d’apparato legato unicamente al potere». La platea si surriscalda ulteriormente con l’intervento di Pasquale Viespoli. «Anzitutto voglio ringraziare ancora i consiglieri che hanno consentito lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale – dice il senatore – ponendo fine ad un indegno mercimonio. L’ex sindaco dovrebbe invece domandarsi perché alla fine del mandato ha perso la sua maggioranza: la verità è che è stato eletto sindaco, ma non lo è mai diventato. È un sindaco che perennemente cerca un padrino politico: trovò Mastella cinque anni fa, oggi tenta la scalata al potere con De Caro, ma non vi riuscirà. Pepe e Tibaldi sono personaggi per caso, impigliati in una storia più grande di loro. Da una parte il centrosinistra è il potere del denaro, dall’altra il centrodestra con il denaro del potere. Noi rappresentiamo, invece, il potere delle idee e dei progetti». Più pacato ma non meno morbido l’intervento di Clemente Mastella: «Questa coalizione rappresenta la vera, nobile storia politica di questa città, che non ha bisogno di essere rappresentata da improponibili personaggi esterni. Ho letto delle dichiarazioni di Vendola, un imbonitore che si riempie la bocca con proposte irrealizzabili. Un altro strano personaggio è il candidato del Pdl Raffaele Tibaldi: sta simulando di fare il Sindaco, incontra, come in una specie di gioco delle parti, più personalità istituzionali del Presidente della Repubblica, ma a me sembra solo un comico. Infine Pepe: è un personaggio cinico, si riempie la bocca con la parola tradimento, ma non per tradirmi non ha nemmeno atteso che il gallo cantasse tre volte: è passato dall’altra parte al primo sussurro». La chiusura è toccata al candidato del Patto per il Territorio, Carmine Nardone che ha parlato del programma. «Benevento – ha concluso – ha bisogno di un’autentica scossa etica, politica, amministrativa: non è possibile che una città sia negli ultimi posti per reddito pro-capite e nelle primissime posizioni quando si tratta di pagare le tasse ed i servizi. E’una campagna elettorale che mi vede molto arrabbiato: arrabbiato per i giovani privati di una speranza per il futuro; per un commercio in ginocchio; per le contrade abbandonate; per le zone industriali prive persino di internet e del trasporto pubblico». Nardone ha attaccato anche Bello, dell’Api. «La nostra scelta e scevra da logiche di convenienza, lontane da logiche come quelle dell’Api, una sigla che io tradurrei con "Appena posso Io", nel senso delle poltrone che vuole accaparrarsi il suo leader. Saremo una coalizione fondata su una sana radice popolare, che avrà sempre le porte aperte. Ascolteremo e sapremo ascoltare tutti».
 


IL MATTINO

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