SETTIMANA SCIENTIFICA, PRESENTATO IL PROGETTO “MO’ BASTA”

Presenti numerosi allievi di un Istituto superiore, sono stati sciorinati agli astanti da parte degli esperti del “Rummo”, numeri che fanno accapponare la pelle: la prima causa di morte e di invalidità permanente per ragazzi e giovani tra i 15 e i 34 anni sono proprio gli incidenti stradali. I lutti ed il dolore si accompagnano agli insopportabili costi economici dei soccorsi e delle cure agli infortunati che gravano su tutti i contribuenti: com’è stato detto in sede di presentazione, in uno dei più grandi centri italiani di cura ai traumatizzati si è stimato che il numero degli infortunati per incidenti stradali è pari soltanto allo 0,3% del totale dei ricoverati, ma la loro cura comporta una spesa pari al 3% del totale del Bilancio del centro di cura. Ogni infortunato in Sala di Rianimazione costa almeno 30.000 Euro. Insomma, è proprio il caso di dire “Mo’ Basta”. Per sensibilizzare, dunque, i giovani su questo tema, di così stringente attualità, si sono mosse le Istituzioni pubbliche. Lo ha sottolineato l’assessore alle politiche culturali della Provincia di Benevento Annachiara Palmieri, introducendo la presentazione del progetto. L’assessore, che ha recato il saluto del presidente della provincia Aniello Cimitile, ha sottolineato come l’ente intende manifestare le proprie politiche per i giovani promuovendo e sollecitando il dibattito culturale sugli argomenti che maggiormente li toccano. Del resto, ha detto la Palmieri, la Settimana Scientifica vuole essere appunto un bagno di realismo e di contatto con la realtà da parte di chi è impegnato quotidianamente nello studio teorico. “Mo’ Basta” è, difatti, un progetto che intende coinvolgere direttamente gli studenti delle scuole medie e delle superiori, con l’intento però di estendersi alla totalità della popolazione giovanile, ed è stato realizzato da chi si trova a dover convivere, a ragione della sua professione, di medico rianimatore e chirurgo con le conseguenze dei traumi da incidente stradale. L’obiettivo del progetto, ha sottolineato la dottoressa Emilia Tartaglia Polcini, rappresentante dell’Ufficio Scolastico provinciale, è quello di accrescere negli studenti la cultura della sicurezza stradale e sensibilizzarli alle problematiche inerenti, nonché all’uso dei dispositivi salvavita quali caschi e cinture di sicurezza, a non abusare di alcool, a non assumere droghe.Ai lavori era presente il dottor Rosario Lanzetta, direttore generale dell’Azienda ospedaliera “G. Rummo”, il quale ha insistito particolarmente sulla prevenzione, soprattutto in una regione, quale la Campania e in una provincia, quella beneventana, che assistono alla crescente incidenza delle morti tra la popolazione giovanile per eventi traumatici. L’Ospedale e, in particolare, le Unità operative in cui il trauma è trattato in emergenza intendono attivare, coinvolgendo gli operatori dei soccorsi e delle Forze dell’Ordine, corsi di formazione sui comportamenti corretti da adottare in presenza di incidenti stradali.Il tema della prevenzione è stato il file-rouge della presentazione: il dott. Elvio De Blasio, dirigente dell’U.O. Complessa di Anestesia e Rianimazione del Rummo, ha illustrato la riorganizzazione dell’Azienda ospedaliera nell’approccio al trauma e nel rapporto con il territorio che ha portato alla diminuzione della mortalità per traumi tra il 2003 ed il 2008. Egli ha evidenziato che si muore di più nel periodo estivo e nei week-end: ciò significa che la prevenzione è molto utile e la consapevolezza tra i giovani di questi temi fondamentale. De Blasio ha discusso anche del primo soccorso, perché, ha detto, divenendo buoni soccorritori, i ragazzi stessi potrebbero dare un contributo decisivo nell’evitare o nell’attenuare i danni secondari che possono verificarsi dopo un evento traumatico. Il dott. Ciriaco Pedicini, direttore della Centrale Operativa del 118 dell’Azienda ospedaliera ha parlato dell’utilità dei corsi di formazione con la partecipazione di professionalità ospedaliere sui comportamenti corretti da adottare in presenza di incidenti e traumi, nonché sulle modalità di gestione del trauma stesso. A giudizio di Pedicini, fondamentale è la cultura del 118 e saper utilizzare al meglio questo strumento fornendo agli operatori informazioni corrette ed esaurienti per permetterci di offrire un servizio tempestivo e inviare sulla scena del trauma tutte le professionalità necessarie.

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