Don Ciotti a Benevento

Qui a Benevento sono circa una quarantina le associazioni che hanno deciso di aderire a “Libera”, segno tangibile di una forte coscienza democratica e legalitaria presente sul nostro territorio. Il Sannio continua infatti ad essere considerato l’isola felice della Campania, eppure in questi ultimi anni tanti sono gli episodi che testimoniano quanto sia necessario tenere alta la guardia.  Istituzioni, rappresentanze politiche, sindacati e associazioni sono dunque chiamate a far fronte comune affinché nel Sannio non trovino spazi di manovra quei fenomeni di natura criminale che da troppo tempo mortificano le attese e le ambizioni di sviluppo di gran parte del Sud d’Italia”.
“Il processo di crescita del Sannio passa anche e soprattutto per questa strada – aggiunge il deputato.  Mettiamo dunque in campo tutte le iniziative possibili, quelle mirate alla diffusione di una cultura della legalità e del rifiuto di pratiche comportamentali quali la violenza, la sopraffazione e la diffidenza e quelle strettamente connesse al piano amministrativo delle istituzioni innalzando il livello di attenzione soprattutto nel delicato campo della concessione degli appalti pubblici; senza dimenticare quelle legate al sostegno concreto di quanti quotidianamente, a rischio della proprio incolumità, danno il proprio contributo in difesa della legalità e della giustizia”.
“Per quanto mi riguarda mi impegno a sostenere il neonato comitato provinciale di “Libera, – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”  in tutte le iniziative che vorrà intraprendere. Nella consapevolezza che, purtroppo, spesso sono in discussione anche conquiste democratiche che ritenevamo oramai acquisite. Penso all’assurda norma che permetterà la vendita dei terreni confiscati alle mafie, indebolendo così una delle più efficaci misure adottate in questo campo. Fu proprio Libera, nel 1996, a produrre una petizione, sottoscritta da oltre un milione di cittadini,  dalla quale nacque la Legge 109, votata all’unanimità in Parlamento e che, raccogliendo una proposta di Pio La Torre, assassinato dalla mafia nel 1982, introdusse nel nostro ordinamento la confisca dei beni sottratti alla criminalità organizzata per il loro riutilizzo sociale. Una straordinaria pagina di democrazia, la testimonianza concreta che ogni traguardo diventa raggiungibile quando la parte migliore della società italiana si mette in cammino”.

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