Erano Testimoni di Geova incerti i funerali in chiesa

 Due elementi che escluderebbero la celebrazioni del rito cristiano della sepoltura. Il parroco don Pasquale non dispera di poterli celebrare, ma vi sono dei vincoli ben precisi che dovrebbero essere derogato, ma in casi eccezionali, dal vescovo. Si delinea l’ipotesi di un rito senza messa. Intanto, ieri, il via vai lungo la stradina rurale che costeggia il fabbricato di contrada Ariella, teatro della tragedia di sabato notte, è stato incessante. Non si è trattato, come spesso siamo abituati a registrare in questi casi, della solita fastidiosa folla di curiosi, bensì di un sopraggiungere silenzioso e continuo di cusanesi che hanno voluto recarsi sul luogo del triste fatto per rivolgere una sentita preghiera a Genoveffa Vitelli ed ai suoi quattro figli Simone, Giovanni, Nicola e Antonio. La recinzione posticcia delimitante l’accesso al casolare, chiusa con tanto di ordinanza, è stata riaperta nel pomeriggio per permettere un nuovo intervento di una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Telese Terme. La chiamata è giunta intorno alle 15.30, quando persone del luogo hanno constatato che il fumo era ripreso a fuoriuscire in maniera particolarmente consistente da quel che resta di quel casolare maledetto. Sul posto, nel corso della mattinata, sono giunti anche dipendenti dell’ufficio tecnico comunale per un sopralluogo al fabbricato, che è stato considerato inagibile tranne il fienile.

IL MATTINO

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