Inchiesta Arpac, Mastella: Mai commesso reati, sono persona perbene

Il leader politico parla per 30 minuti in una dichiarazione spontanea per ribattere punto per punto alle ipotesi di reato contestategli nell’ambito dell’inchiesta sul filone Arpac. “Dopo aver dedicato un’intera vita a perseguimento di interessi collettivi, mediante un’intensa attività politica, per me è inconcepibile pensare che mi venga contestato il reato di promozione di un’associazione per delinquere esclusivamente per la mia qualità di segretario nazionale del partito Udeur – dice Mastella -. Gli addebiti si riferiscono solo al periodo della mia esperienza di ministro della Giustizia, mossi ingiustamente e pagati con un costo altissimo visto che mi sono dimesso per serietà istituzionale dall’incarico. Non ho allora già pagato abbastanza?”. Mastella allarga il raggio d’azione: “Se l’Udeur era un’associazione per delinquere, e le associazioni commettono soltanto reati, allora – prosegue – vuole dire che dovrebbero essere irregolari anche le elezioni di due Capi di Stato Ciampi e Napolitano, di tre Governi, dell’elezione dei membri del Csm e anche della Corte Costituzionale, visto che l’Udeur era in Parlamento per le votazioni”. Ma l’ex ministro non ci sta a far passare il concetto delle cosiddette “segnalazioni”: “Su 600 segnalazioni, l’unico a cui viene addebitato l’ipotesi di reato sono io per averne fatta soltanto una?”, chiede in aula. In particolare, l’ex Guardasigilli ha posto all’attenzione del gup un episodio definito “paradossale”: “Sono stato accusato di aver segnalato il dottor Bruno Rolando – ricorda – per il posto di primario ospedaliero. Questa mattina si è presentato e ho visto per la prima volta qui in quest’aula il dottor Bruno Rolando. Partendo dal presupposto – aggiunge – di non essermi mai interessato di primari nè di nomine, come facevo a segnalare una persona che non conoscevo e che si è presetata soltanto stamattina?”.

Quanto alla vicenda della casa romana acquistata secondo l’accusa “illecitamente” e comunque non a prezzi di mercato, chiarisce: “Mai fatto operazioni illegali per l’acquisto della casa di Roma: nessuna appropriazione indebita o truffa. La casa è stata regolarmente pagata dalla mia famiglia ed il mutuo è ancora acceso. La mia famiglia – sottolinea – è stata umiliata, si è tentato perfidamente di minarla: abbiamo subìto un’indegna umiliazione ingiustificata visto che siamo una famiglia perbene”. Rincara la dose: “Non ho mai preso tangenti in vita mia, nessuno può dirlo, sono una persona perbene e lo dico ad alta voce”. Citato il giovane magistrato Livatino per spiegare la ragione per cui si è presentato spontaneamnete: “Livatino diceva: non ci sarà chiesto se siamo credenti, ma se siamo credibili. Ecco la ragione fondamentale per cui sono qui: ripristinare la mia credibilità”. Mastella ha ricordato le origini contadine e la sua fede cattolica che “non mi consentono di trasgredire ad alcun codice etico”. Quanto a presunte raccomandazioni, ha precisato: “Sono stato inoltre accusato di concorso in abuso d’ufficio per una segnalazione al direttore Arpac: chiarisco che non ho mai preso contatti con lui nè direttamente nè indirettamente per raccomandare una persona cui avrei fatto conferire un contratto di co.co.co, quindi avrei chiesto non un posto di lavoro ma da precario”. Mastella conclude: “Spero che per me ci sia un giudice a Berlino fermo restando che non sono colpevole ma neanche innocente: io in queste vicenda non ci sono proprio”. Prossima udienza fissata il 16 febbraio.

IL Velino

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