La Motta: ad ogni fine anno c\’è autocelebrazione degli amminsitratori

"Quello che stupisce di più, – prosegue –  da parte dei nostri politici di rango, (che un giorno sono amici e quello seguente nemici, ma ciò non importa perché ognuno ha un nemico da abbattere e qualunque alleanza può essere utile)  è che gli autocelebratori sono gli stessi che per trent’anni hanno governato questa città e questa provincia, un territorio che vive una grande crisi ideologica, istituzionale e soprattutto occupazionale. Sono sempre più le famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese e a poco o nulla servono le estemporanee forme di solidarietà, attraverso l’elargizione di “card” sociali che si esauriscono in un istante.
Passeggiando nella nostra città tra gli sfavillanti addobbi natalizi, in netto contrasto con il buio della attuale crisi economica, viene da chiedersi se può bastare il ricordo di un Natale scintillante ad illuminare le menti in vista dell’imminente competizione elettorale.
Poco chiari invece sono le idee e le proposte per il futuro.
E’sufficiente numerare le abitazioni delle contrade, risistemare i letti dei fiumi e ricoprire i tetti del Rione Libertà (che in tutti questi anni non hanno beneficiato di nessuna manutenzione “ordinaria”, giusto per evitare agli abitanti di vedersi le case allagate) di pannelli fotovoltaici?
Perché di quel rione che di tanti interventi necessità ci si ricorda solo una volta ogni 5 anni e si è completamente assenti nel quinquennio?

Un’altra emergenza di questi giorni, che vede scendere in campo schierati compatti i sindacati, è la difesa dei livelli occupazionali dei lavoratori delle Agenzie partecipate  della Provincia di Benevento. Precisando che la difesa dei diritti dei lavoratori è una battaglia sacrosanta, a tale proposito, però, vengono in mente alcune considerazioni.
I lavoratori delle Agenzie sono passati  da un contratto a progetto ad un contratto a tempo indeterminato, senza nessuna forma di selezione. I sindacati, che hanno a cuore le sorti di tutti i lavoratori, come mai solo oggi si preoccupano di questi lavoratori che, vista l’alta professionalità maturata, magari non avranno difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro.
Inoltre va ricordato che, in virtù della loro natura giuridica, le agenzie erano nate con il preciso scopo di favorire lo sviluppo del territorio (oltre che il proprio), mentre a quanto pare l’unica fonte di sostentamento sembrano essere i finanziamenti (o per meglio dire i trasferimenti) pubblici.

In conclusione, per l’anno nuovo, il mio sogno è quello di una città e di una provincia diverse, che hanno tutte le potenzialità per crescere economicamente, e soprattutto sogno un rinnovamento radicale della politica, che non si riduca solo alla ricerca delle migliori alleanze per vincere una competizione.
Guardandosi intorno, in questo clima poco entusiasmante, confidiamo in un anno ricco di serenità e, parafrasando un noto libro, mi viene da concludere, estendendo l’auspicio al mio territorio, “io, speriamo che me la cavo”     

 

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