La sorella di Carlo Chiumiento: grazie a tanti ma non alle banche

Non c’è, ahimè, spazio sufficiente per i nomi dei parenti, degli amici, dei bimbi che ho visto piange- re disperati al funerale; dei tanti clienti della nostra decennale attività commerciale; dei ragazzi del negozio e dei campetti; dei rappresentanti e fornitori; dei giornalisti amici che hanno reso onore alla persona, nel modo migliore; dei conoscenti e degli sconosciuti; per il sindaco, l’ex sindaco e gli assessori e altri uomini politici. Non c’è spazio, perché non deve esserci, per le banche, alcune, le più “grandi”, che hanno contribuito a minare la serenità nostra e di mio fratello; che hanno tartassato la sua vita terrena di commerciante e uomo, padre di famiglia, fratello, figlio, zio, nipote che voleva e doveva mandare avanti con il fratello Ubaldo (in modo onesto, per quello che è possibile oggi) un’attività commerciale iniziata in modo umile ed onorevole da nostro padre “Don Antonio, il sarto”! Banche i cui rap- presentanti ufficiali io rifiuto, allontano; ma io e la mia famiglia non rifiutiamo e non allontaniamo gli stessi come uomini e donne che hanno pianto insieme a noi perché disperati. Alcuni avrebbero voluto aiutarlo, aiutarci ma come ”semplici impiegati” gli era stato impedito in nome degli interessi, dello spread, della logica bancaria rivolta al mero profitto. Grazie a tutti coloro che lo hanno aiutato o cercato di aiutarlo e che faranno lo stesso con Ubaldo; non ringrazio coloro che potrebbero averti sulla coscienza». IL MATTINO

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