Lorenzo Vessichelli:\”Benevento, Città abbandonata\”

Invece si avvertono lo scempio vario, le ingiustizie e le novità che aleggiano a grosse ondate sul mare dell’idiozia e della incompetenza. E’ una vergogna unita ad un dolore immenso, almeno per quelli che ancora amano la nostra terra e che assistono ad un’agonia lenta della nostra Benevento, in tanti settori dell’esistenza.Noi possiamo parlare ed abbiamo il diritto di criticare tutto l’andazzo generale che inarrestabile si prolunga nel tempo: non abbiamo chiesto mai, politicamente parlando, piaceri ai politici e né occupazioni per i nostri parenti! Ci sentiamo puliti e sereni nel nostro modo di procedere e di vivere. Non stiamo qui ad elencare tutto ciò che si ha intenzione di sottrarre alla nostra città e ben lo sanno i nostri amministratori…. e fra giorni saremo privati anche dell’aria che respiriamo o della soletta per le scarpe. Già i poveri fratelli ammalati e le famiglie sofferenti, con le nuove disposizioni, dovranno pagare anche le analisi: è disumano e vergognoso! E’ da notare che alcuni addetti ai lavori e dirigenti locali abitano in zone decorose della nostra città, passano avanti a depositi ed angoli di immondizia senza volgere il più distratto sguardo all’ammasso indecente e maleolente che là è ricoperto di erbaccia. E poi si effettuano incontri per decidere per il taglio o no no degli alberi che danno ossigeno; abbiamo notato in piazza Risorgimento a Benevento, dieci alberi piantati in occasione del Giro d’Italia, avviliti e bruciati dal sole senza essere stati mai innaffiati; lo stesso in tante altre parti della città. Si è parlato di un “progetto del rione Libertà” per abbattere i Cedri del Libano (quasi ottantenni), per piantare le erbette che poi non vengono mai curate o innaffiate, come tanti altri alberi piantati e lasciati al loro destino. E’ una vera dissacrazione. Siatene certi che non molleremo! Desideriamo concludere, per ora, con una nota umoristica: attualmente la mini fontana dove si affaccia Arechi II, a destra della Prefettura, è prosciugata, ma pochi giorni or sono abbiamo notato dei ranocchietti che davano fastidio ai piedi di Sua Maestà, allora Arechi chiamò sua moglie Adelperga per liberarsene….”Lorenzo Vessichelli – “IGNIS”

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