Marcella De Vizia:  “Giovani operatori sanitari e sociali aiutateci a pianificare e gestire la salute delle donne”

 

Un clima di mutualità e condivisione quello che si è respirato grazie al convegno informativo sulla medicina di genere, presso la sala Goccioloni delle Terme di Telese, che ha visto tra i suoi relatori la dottoressa Marcella De Vizia, a capo del Gruppo De Vizia Sanità e medico anestesista e rianimatore, della Casa di Cura Gepos. 

Focus rilevante grazie alla organizzazione meticolosa della Cooperativa SocialLab76, al contributo di Marco Falconieri del Consorzio Ambito B4, della dottoressa Mafalda Garzone, psicologa della cooperativa e, come rappresentante del Comune di Telese Terme, della dottoressa Filomena Di Mezza, assessore Pari Opportunità.

La presenza dei ragazzi dal mondo della scuola e degli assistiti dalla cooperativa Sociallab76 ha reso plastiche le parole di Marco Falconieri, a capo del Consorzio Ambito B4: “Le risorse che ci giungono dalla Regione per far fronte ai servizi sociali sono esigue. Noi tuttavia mettiamo a disposizione i nostri corpi per abbracciare il disagio e la volontà di una programmazione che riesca a intercettare fondi per fare di più e meglio”.

E i corpi messi a disposizione sono apparsi immediatamente nelle corse dei bambini tra le braccia di chi la SocialLab76 la edifica ogni giorno: Maria Grazia Di Meo, Peppe Gallo e Mafalda Garzone di Sociallab76. 

La dottoressa De Vizia ha dato il via ai lavori più strettamente medici: dopo un excursus sulle spiegazioni della medicina di genere si è rivolta ai tanti alunni presenti. “Ragazzi e ragazze – ha detto – che possono ribaltare quello che oggi abbiamo come dato: il Paradosso delle donne. Le donne vivono più a lungo degli uomini ma sono più spesso malate e hanno una minore qualità di vita, a causa di malattie cardiovascolari, osteoarticolari e neurologiche. Le donne sono meno trattate farmacologicamente nonostante una maggiore frequentazione degli ambulatori medici.

L’analisi di genere, allora, aiuta a pianificare e gestire i servizi sanitari in modo più efficace per tutta la popolazione, evidenziando discriminazioni di genere e problemi di accessibilità ai servizi sanitari”. Medicina di genere, infatti, non vuol dire porre l’attenzione del mondo scientifico e clinico sulle patologie che incidono più frequentemente

nell’uomo o nella donna, oppure sulle patologie legate al sistema riproduttivo, o sulla salute/problemi delle donne.

Medicina di genere significa comprendere in che modo le malattie di tutti gli organi e sistemi si manifestino nei due generi e, soprattutto, valutare

le differenze di genere rispetto ai sintomi delle malattie, alla necessità di differenti percorsi diagnostici e interpretazioni dei risultati, alle differenze nella risposta ai farmaci o, addirittura, alla necessità di utilizzare farmaci diversi, e ancora alle differenze rispetto alla prevenzione di tutte le malattie. 

In Italia, nonostante il crescente interesse per le argomentazioni trattanti la salute di genere, non è ancora stato creato un sistema adeguato che comprenda indicatori sui livelli di salute della popolazione e sulle performance dei servizi sanitari, con particolare attenzione ai differenziali sociali e di genere. La configurazione sempre più territoriale e regionale del Servizio Sanitario ha reso inoltre più difficile l’individuazione del modello italiano di welfare, impedendo di  fatto la comparazione con gli altri Paesi europei. 

“Cosa stiamo portando avanti – ha concluso la dottoressa – nella Casa di Cura Gepos, con un pizzico di orgoglio, per l’accessibilità in un’ottica di Medicina di Genere?

Diversi accessi alle cure, studio della patologia in un’ottica di genere, corridoio rosa per le vittime di violenza, assistenza psicologica dedicata”.

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