Matarazzo a Viespoli: elettori UDC hanno già scelto

  "L’errore di fondo in cui incorrono in molti – prosegue Matarazzo – nel tentativo di attrarre il forte consenso di cui gode l’UDC è quello che vede la necessità di un’alleanza in termini elettorali e/o politici. Il contributo dell’UDC, invece, è diretto verso un’alleanza sociale fondata su un patto sobrio, sostanzioso e sostanziale con e per il territorio, non per il potere. Il Senatore dovrebbe preoccuparsi di più del proprio elettorato, poiché, soprattutto in Campania il PDL vive una condizione asfittica, in cui ogni decisione di governo o sottogoverno è stata assunta sempre e comunque al di fuori di un sistema di autentiche regole democratiche, senza la necessità di rendere edotti i propri elettori di come si utilizza il potere disceso dalle opzioni di Berlusconi, salvo chiamarli a raccolta solo per la presa d’atto di oligarchie già confezionate. La nostra regione ha bisogno della viva democrazia, della vera partecipazione che, insieme ad una proposta politica, assente in questi lunghi anni, rappresenterebbero una boccata di ossigeno e una speranza per i cittadini. La proposta politica in questi anni è stata pressoché nulla, completamente appiattita su logiche consociative che hanno visto i consiglieri regionali sanniti recitare una parte politicamente miserabile, abbarbicati come sono stati alle stanza del potere bassoliniano ad elemosinare qualche briciola da conquistare e in cambio rinunciare alla propria finzione di opposizione democratica, tradendo il mandato ricevuto dagli elettori, così come accade per la presa d’atto di alcuni provvedimenti del governo nazionale fortemente lesivi degli interessi e della dignità della popolazione campana. Se la classe dirigente campana parlasse di più con la gente, motivandola e interessandosi concretamente dei problemi e mettendosi al servizio non solo in senso mediatico o demagocico, probabilmente la politica potrà avere un futuro per costruire un sentiero liberale attorno agli uomini che relazionano il mandato politico e rappresentativo in una funzione diretta al ruolo che svolgono al servizio e nell’interesse dei cittadini. L’UDC ha a cuore questo futuro, per cui l’alleanza potrà essere solo sociale, sui programmi a favore della collettività, non politica poiché diverse sono le differenze che attualmente ci separano. L’UDC verificherà se Stefano Caldoro saprà rischiare qualcosa per cambiare qualcosa, se condividerà il momento di guardare oltre gli schemi consueti, oltre l’idea di consenso costruito solo e comunque attraverso l’esercizio di promesse minutamente clientelari, del discrimine di affidabilità che un politico ha di scontare questo tipo di promesse, centralizzando la propria attività sul miglioramento della vita dei cittadini.

Rischiare per cambiare, questo è il patto che probabilmente veicolerà la scelta dell’UDC.

Vincere le elezioni senza la ricorrenza dei richiamati requisiti per i cittadini equivale ad una sconfitta, a prescindere dall’appartenenza politica."

 

ARTICOLI CORRELATI