Nardone: un laboratorio politico per la città

Nessuna perdita di identità, dunque, come sarebbe facile pensare, quanto, piuttosto, la volontà di «guardare al futuro, lasciandoci alle spalle il passato», per creare una città «intelligente, connessa e globale». Caffè «Le Trou», ieri pomeriggio, Carmine Nardone presenta ufficialmente la sua candidatura a sindaco della città. Un incontro con la stampa che si allarga a tanti cittadini i quali, accorrono numerosi ad ascoltare l’ex presidente della Provincia che ora corre per la conquista dello scranno più alto di Palazzo Mosti. Con Nardone, alcuni dei suoi alleati: il segretario provinciale del Partito Socialista Giovanni D’Aronzo, il segretario del movimento «Città Nuova» Nazzareno Fiorenza, l’europarlamentare dell’Udeur-PPS Clemente Mastella, il segretario dell’Unione Democratica dei Consumatori Edwin Palumbo, il segretario provinciale dell’Udc Gennaro Santamaria e per Territorio e Libertà il senatore Pasquale Viespoli. Nardone affronta anche qualche tematica presente nel suo programma elettorale «che – ci tiene a sottolineare – è stato redatto con il contribuito dei cittadini, soprattutto di tanti giovani». Priorità alle emergenze. Quella dell’incuria del centro storico, «per risolvere il quale – rivela – serve una azione immediata antidegrado». Dunque, una sorta di screening di quella che è la situazione, cui seguirà l’azione. E ancora: il problema occupazione, per il quale si parla di «una progettualità innovativa che possa coniugare il disagio sociale con l’occupazione». E in questa ottica, Nardone propone la creazione di una short list anche nelle piccole aziende e maggiore attenzione alla filiera corta. Di più. L’Università. Per valorizzarla al meglio si punta alla creazione di un polo di alta formazione nella nostra città. Ha le idee chiare l’ex presidente della Provincia. Sa cosa serve alla città, ma sa anche che per realizzare, c’è bisogno di fondi e, pertanto, avverte, «qualunque sia il bilancio del comune, non sarà mai un alibi per non fare le cose». Accanto a Nardone, dicevamo, i suoi alleati. Mastella si trattiene pochissimo (lo sostituirà il segretario provinciale Vittorio Fucci). E’ atteso a Napoli, «dove – ricorda – sono candidato, mentre qui sono sponsor». Secco il suo intervento: Sono qui – rimarca – e non voglio essere altrove». Detto ciò, saluta e se ne va. Il senatore Viespoli spiega che «c’è un tempo per le contrapposizioni e gli antagonismi e uno per le soluzioni: Questo – argomenta – è il tempo delle soluzioni, della politica che deve dare risposte ai cittadini». Secondo l’esponente di Territorio e Libertà, «è necessario recuperare la centralità del territorio come luogo della politica» e «le storie contrapposte e diverse, si incontrano per fare il bene della città». Viespoli non ha dubbi, la sfida quella «di intraprendere un percorso civico virtuoso e far si che il Mezzogiorno diventi protagonista». E sulla coalizione che definisce, «un inedito della politica», afferma: «Forse non è un caso, se ad un certo punto alcune persone e storie si ritrovano. C’è un elemento popolare della qualità. Perché – conclude – la nostra è una alleanza popolare e non di potere». Gennaro Santamaria esordisce con un paragone calcistico: «Siamo come il Napoli. I pronostici non erano a nostro favore, ma credo che potremo fare un buon campionato e con un matador come Carmine Nardone, sono convinto che lo vinceremo». Intervengono anche Giorgio Nista che definisce la «politica un sogno da realizzare e Nardone – sostiene – è uno di quelli che ha trasformato i sogni in realtà». Giovanni D’Aronzo spiega che ha "sposato l’idea di Nardone perché ci convince», e Nazzareno Fiorenza ribadisce che la scelta è caduta su Nardone «perché ci ha colpito il suo concetto di territorialità».

IL MATTINO

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