Nuova Regione per agganciarsi allo sviluppo

Avellino, Benevento e Salerno, tre provincie unite per riarticolare in due polmoni la Campania, un’autonomia che non significa, però, contrapposizione con Napoli e Caserta. Un obiettivo che si proietta oltre gli schieramenti, le appartenenze partitiche per una volta vengono accantonate, ed è per questo che ieri mattina si sono ritrovati nell’aula consiliare del Comune di Benevento, esponenti del Pdl e del Pd, le due forze più significative del centrodestra e del centrosinistra, rappresentate da deputati nazionali e regionali, dal presidente della Provincia di Salerno di fede berlusconiana e dal sindaco del capoluogo sannita, bersaniano. Per la verità, si è notata la defezione delle istituzioni irpine, non essendosi avuta notizia né del presidente della Provincia Cosimo Sibilia, né del sindaco di Avellino Giuseppe Galasso, entrambi annunciati tra i partecipanti. L’Irpinia, comunque, era presente con l’on. Giuseppe Gargani, che ha detto di condividere il progetto, essendo ormai acclarato che la Regione in questi quarant’anni di vita non è riuscita a garantire una programmazione ed uno sviluppo omogeneo all’intera Campania, disattendendo la finalità prioritaria per la quale la Regione era stata creata. Oltre a Gargani, presente al dibattito tenutosi nell’aula di palazzo Mosti anche il consigliere regionale arianese Ettore Zecchino. Ma è proprio dalla provincia di Avellino che l’idea di una Regione dei due Principati germogliò una quindicina di anni addietro. Sul percorso della concretizzazione, però, gli ostacoli paratisi dinanzi all’associazione ”Spazio Aperto” sono risultati insormontabili. Ora, invece, l’obiettivo potrebbe essere possibile, grazie all’iniziativa assunta da un comitato salernitano finalizzata a costituire, appunto, la Regione del Principato di Salerno. Proposta che non solo non abbisogna dell’adesione di altri territori, tenuto conto che quella provincia può vantare già quel milione di abitanti che, secondo l’articolo 132, comma primo, della Costituzione Italiana, costituisce il presupposto fondamentale per consentire ad un numero di consigli comunali che ne rappresentino minimo un terzo delle popolazioni interessate, dopodiché la proposta dovrà essere approvata mediante Referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse. Ma, nonostante tali requisiti, ben difficilmente Salerno da sola potrebbe spuntarla. Ed il primo ad esserne convinto è uno dei promotori, il presidente della Provincia Edmondo Cirielli. «Credo che, senza l’appoggio di Avellino e Benevento, il Parlamento non farebbe la legge, né un’eventuale Regione del Principato di Salerno nascerebbe bene, essendoci necessità storiche, culturali e politiche che ci spingono a stare assieme per costituire questa nuova unità amministrativa. Diciamo la verità, il nostro è un patrimonio comune diverso da quello partenopeo, oltretutto ora sono i napoletani che migrano verso il resto della Campania». E neppure le procedure preoccupano il presidente della Provincia di Salerno: «L’articolo 132 della Costituzione prevede la possibilità di costituire dal bassi una nuova Regione. Sappiamo comunque che non sarà facile, poiché i politici napoletani faranno di tutto per impedire che vada via il 70% del territorio campano e due milioni di abitanti». Ma a confortare Cirielli è la vasta rispondenza registrata in poco tempo: in soli tre mesi hanno aderito Comuni che rappresentano circa il 40% della popolazione, anche se sarebbe stato sufficiente il 30. «E la Corte Costituzionale dovrebbe chiarire pure che a partecipare al Referendum non dovrà essere l’intera popolazione regionale, bensì la consultazione è circoscritta alle sole provincie che perseguono il progetto di Regione dei due Principati». Con Cirielli, si sono trovati in perfetta sintonia i deputati Pdl Formichella e De Girolamo, pur se quest’ultima la ritiene una subordinata rispetto al Molisannio, il sindaco di Benevento Fausto Pepe, i consiglieri regionali Mucciolo e Fortunato, oltre ovviamente all’organizzatore del dibattito, on. Giovanni Zarro.  

 
IL MATTINO

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