Padre Pio: dal diario di Roncalli,\’non lo sto perseguitando\’

E Roncalli, messo al corrente di "accuse gravissime" verso il frate, prima si raccolse in preghiera e poi si dispose ad accertare la veridicità delle accuse: va sfatata la leggenda di una "persecuzione" di papa Roncalli nei confronti di padre Pio, riemersa anche nei giorni scorsi, in occasione della traslazione a Roma delle reliquie del frate santo. La leggenda viene sfatata attingendo a documenti d'archivio finora noti a un ristretto circolo di esperti e in particolare grazie a una pagina autografa di Giovanni XXIII tratta da uno dei suoi quaderni del 1960, conservati dal cardinale Loris Capovilla e dalla Fondazione Giovanni XXIII di Bergamo. "Motivo di tranquillità spirituale per me, e grazia e prestigio inestimabile – scriveva Roncalli nel quaderno – è il sentirmi personalmente puro da questa contaminazione che da ben 40 anni circa ha intaccato centinaia di migliaia di anime istupidite e coinvolte in proporzioni inverosimili" E aggiungeva: "Rammento bene in occasione di un mio passaggio da Foggia verso la fine di novembre 1922 di aver rifiutato una prima occasione di recarmi a S. Giovanni Rotondo non essendo di mio gusto quanto si diceva del fenomeno di Padre Pio da Pietralcina. Egualmente evitai di recarmi colà due volte in occasione di mie due visite a Manfredonia cosicché io non conobbi mai, ne fui in alcun modo in rapporto personale con P. Pio, mai di aver colto l'occasione di parlare o di interessarmi di lui con chicchessia pur deplorando sempre la mitomania creatasi attorno a suo nome, a parte le sue intenzioni". Importante, rimarca su Tiscali Carlo Di Cicco, "la distinzione che ribadisce tra le intenzioni di padre Pio e l'eccitazione della carovana di ammiratori e ammiratrici che si era costituita intorno a lui in maniera autonoma". Papa Giovanni – precisa Capovilla a Tiscali – non ha creato una situazione ma l'ha trovata. Non lui dispose l'ultima delle molte visite apostoliche a San Giovanni Rotondo. Acconsenti alla richiesta del generale dell'Ordine dei Cappuccini del competente dicastero pontificio. Non ha espresso giudizi personali ma li ha ricevuti dai suoi alti collaboratori, ai quali doveva fiducia e tutti nominati dal suo predecessore Pio XII". E nonostante ciò, ricorda Capovilla, "ci furono pressioni indebite" su papa Giovanni da parte delle così dette "fedelissime di Padre Pio" che intorno al convento di San Giovanni Rotondo facevano il buono e cattivo tempo. "La lettura del documento, – commenta Di Cicco, conferma la trasparenza e l'onestà di papa Giovanni nei confronti di padre Pio del quale non si era mai direttamente interessato prima. Due modi diversi di essere santi". "Cosa trapela dunque – si chiede Di Cicco – dalle pagine di quel quaderno giovanneo che aiuta a sfatare le tante leggende sui suoi rapporti con padre Pio? Una verità risalta evidente: che verso il frate, Giovanni ha sempre mantenuto un atteggiamento rispettoso senza lasciarsi andare a critiche aggressive e violente o a suggerire interventi punitivi. Di più: anche nei momenti di massima preoccupazione per le notizie allarmanti sulle vicende che provenivano dalla Puglia e dagli stessi confratelli riguardo a padre Pio, il Papa ha anzitutto pregato e auspicato nel suo cuore che tutto fosse infondato".

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