Padre Pio, un secolo di stimmate

 È un pianoro vasto, dominato da una generosa estensione di cielo. Ancora oggi, ad andarci al tramonto, la serenità di ulivi e vigne deflagra come un epicentro magnetico. Quel 7 settembre di cento anni fa il santo oggi pluriacclamato aveva soltanto ventitrè anni, si chiamava Francesco Forgione ed era stato ordinato sacerdote ventotto giorni prima. Era andato lassù a pregare e incontrando lungo i viottoli pastori e contadini nascondeva accuratamente i segni inquietanti che fin dal mese di luglio avevano macchiato di sangue il suo corpo: le stimmate. Il giovane religioso, l’asceta in cui confluiva la tradizione sciamanica e mistica del Sannio possedeva un pudore innato. Aveva implorato Dio affinché il dolore provocato dalle piaghe rimanesse intatto, sperando ardentemente che i segni esterni fossero cancellati. In quel 7 settembre davanti agli occhi di Francesco Forgione si concretizza l’apparizione di Cristo e della Madonna. Sparirono le stimmate? Riapparvero dopo pochi giorni? Rimasero intatte? Il giorno seguente Padre Pio scrive a Benedetto da San Marco in Lamis, sua guida spirituale, raccontando il suo stupore e il suo dolore tremendo. L’essere prescelto lo candidava a un percorso di isolamento ed emarginazione attivato dalla Chiesa con asfissiante crudeltà. Gli anni di San Giovanni Rotondo furono feroci. Il Sant’Uffizio lo diffidò quattro volte, medici e scienziati si disputarono la natura divina o isterica delle stimmate. Gli fu impedita la celebrazione pubblica della messa, si vietò che la gente gli rendesse omaggio, si proibì che venisse aiutato a salire le scale, gli si negò un bicchiere di birra nei giorni più afosi. La Chiesa ha avuto sempre paura della vera Chiesa. In quella circostanza ebbe paura della sua grande eccezione. Gli organismi costituiti come la magistratura o gli ordini religiosi trovano spesso che il mantenimento della mediocrità assicuri un appiattimento estremamente confortante. Essere prudenti sulle dinamiche dei carismi, dei prodigi e dei miracoli è giusto, mettere in regime di carcerazione Padre Pio è storia diversa. Ma sta qui uno dei significati fondanti della sua vita: essere mortificato dai ministri del mondo che amava, la Chiesa. Paolo Borsellino fece intendere a più riprese che gli ostacoli maggiori alla sua attività non gli arrivavano dalla lotta alla mafia, ma dallo stato costituito di alcuni dei suoi colleghi deviati. Padre Pio fu osteggiato da quelli che avrebbero dovuto sostenerli, primo fra tutti monsignor Pasquale Gagliardi, arcivescovo di Manfredonia, autore di durissime relazioni sulla vita del santo inviate al Vaticano. Dalle pagine di questo giornale, il 21 giugno del 1919 si parlò per la prima volta solidamente di miracoli collegati all’uomo di San Giovanni Rotondo. Da quel giorno Francesco Forgione sopportò per altri 49 anni una violenta campagna diffamatoria, parzialmente cessata il 22 settembre del ’68, giorno della sua morte. Oggi, la deriva pseudoreligiosa tenta di massificare il suo ricordo attraverso forme di commercializzazione che contrastano con la riservatezza così autentica della sua personalità. Oltre questo, il Santo di Pietrelcina sopporta i tentativi di confutazione delle stigmate ancora oggi pressanti. Una parte della scienza sostiene che le ferite ai piedi, alle mani e al costato, fossero frutto di un fenomeno isterico. Spieghino cortesemente le relazioni di cause ed effetto che nell’ambito dell’isteria produce sanguinamento spontaneo. Quando lo avranno spiegato, spieghino perché in alcuni esseri umani avviene e in altri no. Quando avranno chiarito anche questo, spieghino perché in alcuni ferventi religiosi accade e in altri no. E quando avranno illustrato tutto per bene riflettano sul fatto che, a prescindere dall’esistenza di Dio, la fede è anche un’altissima forma poetica. Forse potrebbero scoprire che esiste un livello di isteria in grado di attaccare i santi quando i santi sono assaliti dall’intenso desiderio di aiutare l’umanità, quando i santi sperano di incamerare nel proprio corpo il dolore dell’universo. Se lo accertassero sarebbe evidente che l’isteria non potrebbe più essere chiamata isteria ma fede incondizionata. Questo desiderio può produrre il bene e il bello nella storia degli uomini. Anche da ciò possono nascere le stimmate. Anche questo desiderio può essere Dio

IL MATTINO del 7 Settembre 2010

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