Le missive sono state ricevute dal sindaco Fausto Pepe, dal deputato Umberto Del Basso De Caro, dall’assessore Luigi Abate e dal presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona.
Per alcuni organi di informazione l’ex assessore comunale sarebbe indagato per Calunnia mentre per altri il reato ipotizzato è la tentata Estorsione. In effetti nell’Atto del 23/1/2013 con il quale il Sostituto Procuratore della Repubblica, Antonio Clemente, aveva disposto “l’accertamento tecnico irripetibile” per rilevare eventuali impronte, da effettuare a Napoli presso il Laboratorio di Chimica della Polizia di Stato, Claudio Principe risultava indagato per il reato di cui all’art. 368 Codice Penale (Calunnia).
Successivamente l’ipotesi di reato è stata modificata ed infatti nell’atto del 29 marzo con il quale il GIP, Flavio Cusani, ha disposto su richiesta dell’indagato accolta dal P.M, “l’incidente probatorio e perizia avente ad oggetto il rilevamento di eventuali impronte papillari utili alle indagini sulle buste e relative missive anonime……” , Claudio Mosè Principe risulta indagato “per i reati di cui agli articoli 56 e 629 c.p.” cioè Tentata Estorsione.
E’ interessante notare, infine, che il difensore di Claudio Principe è l’avv. Italo Palumbo che però è anche il legale di Fausto Pepe in altro procedimento giudiziario e in questa occasione “parte offesa”.
In genere in questi casi gli avvocati rinunciano all’incarico per motivi di opportunità o per rispetto al Codice Deontologico. L’avvocato Italo Palumbo che è anche Coordinatore regionale di Azione Civile, il Movimento Politico di Antonio Ingroia, sicuramente spiegherà perché non ritiene di essere in conflitto.
Per Altrabenevento – Gabriele Corona
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