Piccola antologia della canzone umoristica antica e più moderna.‘COME SI RIDE A NAPOLI!’, VITTORIO MARSIGLIA E CARLO MISSAGLIA.

 Mi piace sottolineare un altro aspetto che testimonia il valore assoluto di questa canzone umoristica :la sua meravigliosa libertà. Possiamo parlare di “canzoni libere”, perché siamo costretti a rimpiangere la leggerezza e l’autonomia di cui disponevano i loro autori e interpreti, del tutto svincolati dalle ossessioni del mercato discografico. Insomma, uno degli ultimi grandi esempi dell’arte per l’arte. Sulla genesi della Macchietta, questo libro-scritto e cantato rispettivamente da Carlo Missaglia e Vittorio Marsiglia – è quanto mai eloquente. Nel senso che si comprendono perfettamente la genesi e le caratteristiche della Macchietta. Vengono continuamente fuori sia dalle canzoni e dalla mimica di Marsiglia sia dalle ricerche storiografiche fatte da Missaglia -“ Così Renzo Arbore, ideatore del progetto, nel presentare l’antologia, non tanto piccola, della canzone umoristica antica e più moderna. Ma, tant’altro scrive dell’opera il sempre entusiasta Renzo nazionale.

L’evento curato dalla Promoarte, mi fornisce l’occasione per parlare di Vittorio Marsiglia cantante-chitarrista-bassista a Benevento, sin dai primi anni ’60, con l’ “Hula Hula” di Raffaele Russo, I Bravi”, “I Sanniti” con Gigi Giuliano, pianista e “The Marines” con Pino ed Enrico Salzano. Ma il suo vero grande amore è il teatro e, così, allontanata la chitarra, si dà al genere macchiettistico-napoletano seguendo la strada percorsa da Maldacea, Cantalamessa e Taranto…Ereditando i feudi della duchessa nonna, aggiunsi agli altri titoli quello di pagherò”- Attore comico – fine diciture – verseggia in italiano e in napoletano con eleganza, disinvoltura, ironia. In possesso di voce dai toni suadenti, che gli permette facilmente di passare dal cantato al parlato Marsiglia, erede di una tradizione comico-popolare, evidenzia nelle sue “Performance” una singolare mimica facciale. Abile nei travestimenti, si ritira più volte dietro ad un paravento per riappropriarsi immediatamente della scena, delineando tipi curiosi, comici, grotteschi, tutti però scrupolosamente interpretati.Cantante,chitarrista, si propone verso il finale, in canzoncine umoristiche, appena appena cantate e un po’ sussurrate che tutti ben conosciamo, grazie al fortunato binomio Pisano-Cioffi, ma anche grazie a Vittorio Marsiglia, dotato di vena musicale espressa in uno con la sua personalità originale, dinamica, entusiastica e…maliziosa.

 

“…Io nun te faccio ascì / te scasso ‘e sci / te scasso ‘e sci…/ se tu resti con me, / te compro ‘e sciù, / te compro ‘e sciù / Si po’ truove scè-scè, / povera a te / povera a te: / Io te scasso ‘e sci, / nun te compro ‘e sciù, / e del tuo scè-scè, / io me ne freghè! /”

 

 

 

 

Omaggio a Vittorio Marsiglia, re della Macchietta.

 

A cura del giornalista-critico musicale 
Enrico Salzano
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