VIESPOLI «La riapertura di Piano Borea viola il patto con i cittadini.

E’ quanto ha dichiarato il senatore Pasquale Viespoli, componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, nel corso di una conferenza stampa.«Anche la precedente amministrazione – ha proseguito Viespoli – si è trovata in difficoltà per smaltire i rifiuti ma non ha mai pensato di riaprire Piano Borea. Anche perché, al minimo accenno, si levava un coro polemico che vedeva tra i protagonisti proprio il presidente della Provincia (oggi sub commissario) e l’attuale sindaco, allora oppositore. Ma anche io mi sarei opposto alla riapertura. Perché era giusto considerare chiusa quell’esperienza.Oggi, invece, per evitare di assumere decisioni, si ricorre alla soluzione più abbordabile ma comunque di cortissimo respiro. Tra quanto tempo sarà ricolmo il sito di stoccaggio di Piano Borea? Tra un giorno, due. E poi? In quanto tempo sarà liberato o sarà destinato a diventare l’ennesima discarica abusiva?». Una volta che si ritornerà a Casalduni, dove saranno portati fos e sovvalli per consentire il pieno funzionamento dell’impianto, considerando che Parapoti chiude il 16 giugno e ad Ariano Irpino c’è un fortissimo malumore? Dove sarà localizzata la discarica provinciale, visto che per Sant’Arcangelo a Trimonte, indicata nel Decreto del presidente del Consiglio, si profilano situazioni diverse?»Viespoli è quindi tornato sulla vicenda della discarica provinciale. «Ho partecipato un incontro presso la Provincia nel corso del quale mi spesi per trovare una soluzione alternativa Dugenta. Si decise tutti insieme di insediare una commissione tecnica, designandone alla guida il geologo De Paola. I siti prescelti furono sei (compresa Benevento città). Poi è arrivata una settima scelta, quella di Sant’Arcangelo a Trimonte. Poi abbiamo saputo che Sant’Arcangelo non ospiterà fos e sovvalli ma le ceneri della dissociazione molecolare, in difformità a quanto scritto nel decreto 61. Poi, infine, si riapre Piano Borea».Infine, Viespoli ha illustrato alcuni degli emendamenti che presenterà al Senato, a nome di tutto il gruppo di Alleanza Nazionale, in sede di conversione in legge del Decreto 61. «Chiederemo che i cittadini paghino solo il 40 per cento della tassa rifiuti a fronte dei disservizi e dell’inefficienza che, d’altra parte, sono certificati dalle continue ordinanze dei sindaci e del Commissariato di governo. Infine, chiederemo lo scioglimento dei comuni che non attuano la raccolta differenziata o che, alla fine del 2008, non abbiano conseguito un incremento percentuale del 10%»

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