ROTARY CLUB BENEVENTO DISTRETTO 2100 DOMENICHE DELLA SALUTE

Le malattie dermatologiche sono sempre più frequenti e spesso hanno andamento cronico che determina, nel tempo, un forte impatto sul benessere psico-fisico dei pazienti e grave disabilità.

La nostra pelle per certi versi è un «foglio» sul quale l’organismo traccia dei segni per avvertirci di rischi, del sopraggiungere di malattie oppure dell’invasione da parte di «ospiti indesiderati».

Il modo migliore per interpretarli e per “rispondere al messaggio” è affidarci a chi è esperto in questo “linguaggio”. Il dermatologo è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento di tutte le malattie a carico della pelle (ma anche dei suoi annessi, quindi capelli, peli e unghie) ed è il migliore alleato per riconoscere in maniera tempestiva i loro segnali. Ed i tumori cutanei sono più frequenti di quelli di polmone, seno, prostata e colon messi insieme e, secondo le statistiche più recenti, una persona su cinque svilupperà nella vita un basalioma (la forma di cancro della pelle più frequente e meno aggressiva) . E i numeri sono in costante aumento: i casi di melanoma (il più letale tumore cutaneo) sono raddoppiati in Italia negli ultimi 10 anni.

Fino a 20 anni fa potevamo fare poco per questi malati. I tumori della pelle erano spesso diagnosticati nella loro fase avanzata, condizione in cui eravamo praticamente impotenti, e le malattie infiammatorie gravi non avevano terapie efficaci. Ma la situazione è cambiata negli ultimi 10-15 anni: abbiamo conosciuto un veloce susseguirsi di progressi radicali nelle procedure diagnostiche e la disponibilità di nuovi farmaci molto efficaci nella terapia di malattie infiammatorie e neoplastiche che hanno permesso di ottenere risultati terapeutici impensabili in precedenza.

Sono ora disponibili farmaci, perlopiù biotecnologici, che hanno permesso di liberare i pazienti dalla schiavitù delle più frequenti e invalidanti patologie infiammatorie come psoriasi, dermatite atopica, idrosadenite, pioderma gangrenoso e tante altre. Inoltre si è riusciti a ridurre la mortalità delle più gravi reazioni da farmaco, e notevoli sono i progressi nella lotta alle principali malattie genetiche con la possibilità di una precoce diagnosi molecolare e un sostanziale miglioramento della sopravvivenza. Infine, le tecniche di diagnostica non invasiva (come dermoscopia, epiluminescenza digitale, microscopia confocale e tomografia ottica) hanno migliorato in modo radicale la sensibilità e specificità della diagnosi dei tumori cutanei, rendendo possibile l’asportazione chirurgica di lesioni in fase sempre più precoce e pertanto permettendo di osservare che, a fronte dell’aumento di incidenza, la mortalità non è cresciuta.

MELANOMA CUTANEO

  • Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo ed è formata da tre strati: l’epidermide, il derma e il tessuto sottocutaneo o grasso. I melanociti fanno parte, insieme ai cheratinociti, dell’epidermide e hanno il compito di produrre melanina, un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari. In condizioni normali i melanociti possono dar luogo ad agglomerati scuri visibili sulla superficie della pelle e noti come nei (nevi è il termine medico).

Quanto è diffuso?

  • Il melanoma cutaneo è piuttosto raro nei bambini e colpisce soprattutto attorno ai 45-50 anni, anche se l’età media alla diagnosi si è abbassata negli ultimi decenni.
  • In Italia i dati AIRTUM (Associazione italiana registri tumori) parlano di circa 13 casi ogni 100.000 persone con una stima che si aggira attorno a 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne. Inoltre, l’incidenza è in continua crescita ed è addirittura raddoppiata negli ultimi 10 anni.
  • È opportuno ricordare che il melanoma cutaneo rappresenta solo una piccola percentuale (circa il 5%) di tutti i tumori che colpiscono la pelle.

Chi è a rischio?

  • Il principale fattore di rischio per il melanoma cutaneo è l’esposizione eccessiva alla luce ultravioletta, che arriva fino a noi sotto forma di raggi UVA e UVB, ed è principalmente rappresentata dai raggi del sole. La troppa esposizione al sole rappresenta un potenziale pericolo perché può danneggiare il DNA delle cellule della pelle e innescare la trasformazione tumorale. È importante ricordare che anche le lampade e i lettini solari sono sorgenti di raggi ultravioletti e devono quindi essere utilizzati con estrema attenzione e senza abusarne.

  • Altri fattori di rischio noti sono l’insufficienza del sistema immunitario (dovuta per esempio a precedenti chemioterapie o a trapianti), e alcune malattie ereditarie (per esempio lo xeroderma pigmentoso, nel quale il DNA non riesce a riparare i danni causati dalle radiazioni). Il rischio aumenta anche nelle persone con lentiggini o con nei, in quelle con occhi, capelli e pelle chiara e in quelle che hanno un parente stretto colpito da questo tumore o che hanno avuto un precedente melanoma cutaneo.

Sintomi

  • Il sintomo principale del melanoma cutaneo è il cambiamento nell’aspetto di un neo o la comparsa di uno nuovo. Le caratteristiche di un neo che possono indicare l’insorgenza di un melanoma sono riassunte grazie alla sigla ABCDE:
  • A come Asimmetria nella forma (un neo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un melanoma è più irregolare);
  • B come Bordi irregolari e indistinti;
  • C come Colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo stesso);
  • D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore;
  • E come Evoluzione del neo che, in un tempo piuttosto breve, mostra cambiamenti di aspetto.

Altri campanelli d’allarme che devono essere valutati da un medico sono un neo che sanguina, che prude o che è circondato da un nodulo o da un’area arrossata.

Prevenzione

  • Alcuni comportamenti possono ridurre il rischio di sviluppare tumori della pelle. È fondamentale innanzitutto esporsi al sole in maniera moderata fin dall’età infantile, evitando le ustioni. In generale bisogna proteggere la pelle evitando di esporsi durante le ore più calde (tra le 10 e le 16) ed evitando o riducendo al minimo l’uso di lampade o lettini abbronzanti. Sotto il sole è consigliabile indossare cappelli e occhiali da sole e usare creme protettive adeguate al proprio tipo di pelle, applicandole più volte in modo da assicurare una copertura continua.

  • Queste attenzioni vanno riservate soprattutto ai bambini, molto sensibili alle scottature: il processo di trasformazione tumorale è molto lungo e spesso può derivare da un’alterazione che è avvenuta in età pediatrica.

  • È inoltre necessario controllare periodicamente l’aspetto dei propri nei, sia consultando il dermatologo, sia autonomamente guardandosi allo specchio e facendosi guardare da un familiare nei punti non raggiungibili col proprio sguardo.

Diagnosi

  • La diagnosi precoce del melanoma cutaneo non dipende solo dal medico: un auto-esame periodico della propria pelle permette in moti casi di identificare cambiamenti o nei sospetti e di rivolgersi per tempo al dermatologo.
  • Lo specialista effettua in primo luogo una visita completa nella quale valuta la storia familiare e la presenza di segni e sintomi tipici del melanoma cutaneo. L’esame visivo della pelle è reso più accurato grazie all’uso dell’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle. La diagnosi certa di melanoma cutaneo necessita però di una biopsia, in cui un campione di tessuto viene prelevato e poi analizzato al microscopio.

Diagnosi

  • Inoltre, grazie a specifiche analisi sul campione di tessuto, è possibile identificare la presenza di mutazioni molecolari tipiche di alcune forme di melanoma cutaneo e utili per definire prognosi e trattamento. Esami di diagnostica per immagini come raggi x del torace, TAC, PET e risonanza magnetica sono utili per definire se e dove la malattia si è estesa.

Evoluzione

  • I melanomi cutanei sono in genere classificati in quattro stadi (da I a IV, lo stadio 0 indica il melanoma in situ, che interessa solo lo strato superiore della pelle) definiti sulla base del sistema TNM. Questo sistema tiene conto delle caratteristiche del tumore come lo spessore, la velocità di replicazione delle cellule tumorali, la presenza di ulcerazioni (T), il coinvolgimento dei linfonodi (N) e la presenza di eventuali metastasi (M).

  • È importante ricordare che la prognosi può essere molto diversa in base allo spessore della lesione: è ottima per melanomi inferiori a 1 mm e peggiora progressivamente con l’aumentare dello spessore.

Come si cura

  • Oggi sono disponibili diverse opzioni di trattamento per il melanoma cutaneo.

La prima scelta è in genere la chirurgia che spesso riesce a curare definitivamente la malattia in fase iniziale. L’entità dell’intervento dipende dallo stadio del melanoma.

  • In alcuni casi vengono rimossi chirurgicamente anche i linfonodi “sentinella”, ovvero i primi a ricevere linfa direttamente dal tumore. Se anche questi contengono cellule tumorali, vengono asportati tutti quelli dell’area interessata. Infine la chirurgia può essere utile per rimuovere eventuali metastasi.

  • La radioterapia viene utilizzata in genere per trattare il melanoma che si ripresenta dopo un altro trattamento o come terapia adiuvante dopo la chirurgia per eliminare le cellule tumorali non rimosse con il bisturi. Nelle fasi terminali, la radioterapia può essere utilizzata per alleviare i sintomi

  • La chemioterapia in genere non è molto efficace, ma può aiutare ad alleviare i sintomi nelle fasi avanzate. I farmaci chemioterapici possono essere utilizzati da soli, in combinazione tra di loro, oppure insieme a farmaci immunoterapici, che stimolano il sistema immunitario ad agire contro il tumore.

  • Esistono anche terapie definite locoregionali che consistono, in sintesi, nel somministrare farmaci in dosi particolarmente alte in aree che è possibile isolare dal resto dell’organismo, come per esempio gli arti. Nel caso di melanoma le più usate sono la perfusione isolata dell’arto e l’elettrochemitoerapia

Tra le terapie ancora in fase di studio, alcune delle quali a un passo dall’utilizzo in clinica, ci sono anche diversi vaccini e terapie mirate e terapie biologiche

In questa giornata dedicata ai Nei e ai Melanomi, grazie all’impegno del Rotary di Benevento ed al suo presidente,il Dott. Luigi Maria Pilla, insieme ai Volontari della Croce Rossa Italiana, abbiamo visitato nella sola mattinata, quarantasei utenti.

Durante l’esame clinico e la Demoscopia delle lesioni, si è insegnato a fare attenzione ai cambiamenti delle macchie cutanee, e ai “segni dei tumori della pelle”. Fare attenzione ai cambiamenti di colore, alla diversità da tutte la altre, l’asimmetricità, la ruvidità e la desquamazione, il multi-colore, il prurito, il sanguinamento, illustrando attraverso immagini i quattro tipi principali di nei: i Carcinomi basocellulari (i più frequenti tumore cutanei), le Cheratosi attiniche (dovute ad una intensa esposizione solare), i Carcinomi squamocellulari (crostosi ed ulceranti), i Melanomi (frequenti e pericolosi, con bordi irregolari, e capaci di diffondersi con rapidità agli organi interni e in fasce di popolazione più giovani).

Abbiamo mostrato come si possono cercare i segni del melanoma applicando la regola dell’ABCDE (asimmetria, bordi irregolari, colori diversi, diametro maggiore di 6mm, evoluzione rapida della crescita).

Una maggiore attenzione si è dedicata agli utenti con capelli rossi e colorito chiaro, a quelli con un numero superiore a 50 nei, e a chi fa uso di lampade abbronzanti.

Ed a tutti è stato raccomandato di usare, al mare, la riapplicazione delle creme solari ogni due ore, di non esporsi dalle 11:00 alle 14:00, di proteggere i bambini con creme maglietta e cappellini e di contattare il proprio dermatologo, in caso di lesioni sospette.

Inoltre i pazienti con melanoma che assumano una dieta ricca di fibre potrebbe avere una migliore risposta all’Immunoterapia, secondo quanto afferma una ricerca sulla correlazione tra le caratteristiche del Microbioma intestinale e le risposte immunoterapiche nei pazienti con cancro, presentata al Meeting Annuale AACR 2019 dai ricercatori del Parker Istitute for Cancer Immunoyherapy, e svolta in collaborazione con l’Università del Texas MD Anderson Cacer Center.

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