COVID-19. LE RICHIESTE DEI COMMERCIANTI E DEI RISTORATORI PER FAR FRONTE ALLA CRISI DEL SETTORE

L’incremento della curva epidemiologica e dei contagi delle ultime settimane ha derminato l’adozione compulsiva con cadenza settimanale di progressive restrizioni e limitazioni alle attività commerciali ed in particolare al settore dell’accoglienza e della ristorazione già duramente colpito durante i mesi di lockdown a Marzo ed Aprile scorsi.
Le misure restrittive annunciate progressivamente con i classici toni catastrofici e apocalittici che ci accompagnano oramai da diversi mesi hanno diffuso e determinato già da 4 settimane un clima generale di paura ed insicurezza nella popolazione che di certo non sta giovando alle attività commerciali e nello specifico a tutto il settore della ristorazione e dell’intrattenimento serale che ha subito nella migliore dell’ipotesi una caduta del 50% del fatturato ordinario.
L’ultimo decreto emesso oggi Domenica 25 Ottobre rappresenta nei fatti una chiusura soft che seppur contempli ancora la possibilità di spostarsi dall’altro lato determina la chiusura totale delle attività ricreative e di ristorazione nelle fasce serali a partire dalle ore 18.00 che rappresentavano le fasce orarie di maggiore guadagno, nonché la chiusura di palestre, teatri, cinema e tutto il settore sportivo e il mondo della cultura.
Il mantenimento delle attività di asporto e delivery risultano essere soltanto un palliativo che di certo non potrà impedire le riduzioni degli orari di lavoro o i licenziamenti di molti dipendenti.
Le chiusure e le limitazioni disposte dall’ultimo decreto non solo rappresentano un colpo mortale per i settori della ristorazione con tutto il suo immenso indotto agroalimentare, del divertimento, dello sport, dell’intrattenimento, della socialità, dello spettacolo della cultura già fortemente provate dopo diversi mesi di chiusura totale, ma avranno una ripercussione ulteriore su tutti gli altri settori del commercio nei termini di una riduzione complessiva dei consumi a causa dell’impoverimento generale di una fetta consistente di popolazione.
La rabbia dei commercianti, dei settori del lavoro autonomo, della fascia dei non garantiti senza alcuna forma di tutela o garanzia sociale emersa in questo giorni non può essere derubricata come fenomeno eterodiretto da organizzazioni criminali o gruppi politici. La rabbia degli operatori di un settore estremamente strategico e cruciale per la Regione Campania negli ultimi trenta anni non può essere criminalizzata come si sta provando a fare ma va interpretata come preoccupante fenomeno di esasperazione sociale a causa del dilagare di preoccupazioni, insicurezze, povertà a cui le istituzioni non sono capaci di fornire risposte adeguate.
Pur riconoscendo la gravità della situazione sanitaria e la necessità di tutelare la salute pubblica in un momento di estrema emergenza nazionale, ribadiamo al contempo la necessità di fornire sicurezza sociale ed economica per migliaia di cittadini e famiglie che dall’oggi al domani si ritrovano dinanzi alla prospettiva di ritrovarsi per altri mesi senza un reddito, una sicurezza che va garantita prima di adottare misure restrittive che lasciano migliaia di persone in una condizione di incertezza e di abbandono.
Pertanto riteniamo estremamente necessario che prima di adottare ulteriori restrizioni o chiusure vengano adottate misure economiche e sociali a sostegno dei cittadini privi di coperture e garanzie. La manifestazioni di rabbia e protesta degli ultimi giorni offrono una fotografia del paese ben diversa da quella di Marzo scorso pieno di speranza e buoni propositi.
La rassegnazione, lo sconforto, la rabbia sociale saranno i sentimenti generali che accompagneranno i cittadini nei prossimi mesi se prima non si interviene con misure concrete, dirette e tempestive. Accanto all’emergenza sanitaria si affaccia con forza un’emergenza sociale alla quale le istituzioni a tutti livelli: centrale, regionale, comunale devono rispondere con misure che riconsegnino al paese e ai cittadini un briciolo di sicurezza e di fiducia.
La crisi che si è abbattuta con forza su tutto il comparto del commercio si acuisce ed avrà riverberi più forti soprattutto nelle aree del paese di entroterra dove già si vivevano condizioni di estrema difficoltà.
Nella città di Benevento ad esempio le misure restrittive vanno a colpire un settore già fortemente in crisi in un territorio depresso che presenta tutte le caratteristiche di un’area e di una comunità in via di spopolamento.
Per questo motivo gli operatori del settore della ristorazione e dell’accoglienza congiuntamente al comparto del commercio della città di Benevento hanno deciso di avviare una mobilitazione

permanente seguendo l’esempio delle altre città della Campania.
Chiediamo interventi di sostegno concreto e diretto e non misure inefficaci come accesso al prestito o alle detrazioni fiscali.
Riteniamo che le restrizioni e le limitazioni debbano essere applicate secondo il principio della proporzionalità tra densità di popolazione di un territorio, rischio contagio, numero effettivo dei contagiati e numero delle terapie intensive nei nosocomi locali.

Riteniamo che le restrizioni e le eventuali chiusure dei prossimi mesi debbano essere anticipate da iniezioni di sostegni diretti alle piccole imprese e ai lavoratori e alla possibilità di sostegni indiretti sugli affitti, sui servizi e su tutti i costi che oggi le piccole imprese sono impossibilitate ad affrontare a causa di un condizionamento esterno e di una causa di forza maggiore di cui non si è responsabili.

I ristoratori e i commercianti di Benevento sottopongono al Sindaco, al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio le seguenti richieste a sostegno di tutto il comparto cittadino del commercio e dei lavoratori autonomi.

1) Adozione del principio della proporzionalità territoriale tra densità di popolazione, rischio contagio, numero effettivo di contagiati, numero di terapie intensive presenti sul territorio nell’attuazione delle misure restrittive che non possono più avere un effetto omogeneo su tutto il territorio nazionale senza fare alcuna distinzione tra aree metropolitane e aree interne;

2) Bonus bollette per luce , acqua e gas che coprano il costo parziale o totale a seconda del periodo sottoposto a limitazioni e a seconda delle tipologia di restrizioni stesse: limitazioni di orario, restrizioni, chiusura totale;

3) Istituzione di un tavolo di concertazione nazionale, regionale, comunale tra associazioni di categoria, sindacati degli inquilini e associazioni dei proprietari per stabilire e concordare contributi all’affitto per tutto il periodo sottoposto a limitazioni in forma indiretta attraverso l’erogazione ai proprietari o in forma diretta attraverso contributo ai locatari.

4) Bloccare il pagamento di imposte, mutui e finanziamenti;

5) Sostegno economico diretto alle aziende in proporzione alla perdita sul fatturato rapportato all’ultima annualità;

6) reddito di emergenza per dipendenti e tutte le categorie non garantite del lavoro autonomo nel periodo sottoposto a limitazioni e restrizioni;

7) Proroga pagamento dei contributi trimestrali

Misure comunali a sostegno delle piccole imprese e dei commercianti:

1) Sospensione o riduzione della tari per il periodo sottoposto a restrizioni o limitazioni;

2) Adeguamento al decreto di agosto per effettuare la proroga dell’esenzione Tosap fino al 31 Dicembre;
3) concessione automatica di un permesso di carico e scarico per ogni attività commerciale del centro storico per poter effettuare le consegne a domicilio.

Ristoratori e commercianti della città di Benevento.

ARTICOLI CORRELATI