CORONAVIRUS. COMMERCIALISTI, SERVE DPCM PER SLITTAMENTO TUTTI ADEMPIMENTI

Serve un dpcm per lo slittamento degli  adempimenti fiscali. Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha  scritto oggi al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per  chiedere ”lo slittamento dei termini di tutti gli adempimenti in  scadenza nelle prossime settimane”. Nella missiva firmata dal  presidente nazionale della categoria, Massimo Miani, i commercialisti  chiedono a Gualtieri di ”avanzare quanto prima la proposta al  presidente del Consiglio di emanare un apposito dpcm, recante il più  ampio slittamento possibile, e comunque per lo meno fino alla fine del corrente anno, di tutti gli adempimenti in scadenza nelle prossime settimane”.

A cominciare da quelli concernenti il termine del 30  novembre 2020, per la presentazione delle dichiarazioni annuali ai  fini delle imposte sui redditi e dell’Irap”.

La richiesta dei commercialisti, si spiega in una nota,  è motivata dal fatto che molti studi professionali sono in questa fase impossibilitati a lavorare a causa del covid.

La legge consente di  modificare ”i termini riguardanti gli adempimenti” dei contribuenti,
dei sostituti e dei responsabili d’imposta ”relativi a imposte e  contributi di cui al presente decreto”, laddove ciò risulti opportuno per tenere conto ”delle esigenze generali dei contribuenti, dei  sostituti e dei responsabili d’imposta o delle esigenze
dell’amministrazione”. Tale modifica può essere disposta ”con  decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del  ministro competente”.

”Attualmente – prosegue Miani – si sta verificando presso molti studi professionali una situazione di oggettivo impedimento lavorativo,  derivante dalla malattia conclamata da Covid 19 o dalla necessità di  isolamento prudenziale, riguardanti sia i professionisti sia i loro  collaboratori. Il decreto legge ristori prevede già un primo  slittamento del termine per la dichiarazione dei sostituiti d’imposta, dal 30 ottobre al 10 dicembre 2020.

Da qui la richiesta dei Commercialisti di emanazione di un dpcm, come  ”misura ponte” ”in attesa dell’emanazione di una più puntuale  disciplina legislativa riguardante gli effetti della malattia da covid 19 riguardante i professionisti sugli adempimenti amministrativi,
fiscali e contributivi ad essi affidati”. ”Non chiediamo sia fatto  ciò che è impossibile fare – conclude Miani – ma chiediamo sia fatto  tutto ciò che è possibile fare”.

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