Consip: ex ad Marroni, ‘Lotti mi disse di essere gentile con Verdini, ‘ci tiene su il governo’’

Roma, 26 apr. (Adnkronos) – “Incontrai l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti nel gennaio 2016 e mi disse di essere ‘gentile con Verdini, che ci tiene su il governo’”. E’ quanto affermato dall’ex ad di Consip Luigi Marroni, sentito in aula a Roma al processo per gli appalti Consip, che vede fra gli imputati Tiziano Renzi, padre del leader di Italia Viva, l’imprenditore Alfredo Romeo, l’ex parlamentare Italo Bocchino, il manager Carlo Russo , l’ex ministro Lotti e l’ex generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia.

Rispondendo alle domande del pm Mario Palazzi, Marroni ha spiegato poi di aver conosciuto l’ex senatore Denis Verdini poco dopo essere arrivato alla guida di Consip. “Nel luglio del 2016 mi invitò a un pranzo e quando andai vidi che con Verdini c’erano anche l’avvocato Piero Amara e l’imprenditore Ezio Bigotti. Quest’ultimo in particolare mi accusò di avere un atteggiamento troppo aggressivo verso alcune sue aziende con cui avevamo contenziosi in tribunale e di lì a poco la discussione salì di tono. Verdini intervenne dicendo di cercare di trovare una soluzione e Amara propose un incontro tecnico che non ci fu mai” ha spiegato Marroni.

Precedentemente l’ex ad di Consip era stato contattato da Tiziano Renzi, nel settembre 2015, che gli chiese un incontro. “Mi chiese di incontrare un suo amico, il manager Carlo Russo, dicendo che aveva molti progetti. Poco dopo venni contattato da Russo, il quale mi disse che a dargli il mio numero era stato Luca Lotti. Russo mi chiese di aiutare un’azienda nell’ambito di una nostra gara, spendendo con me i nomi di Tiziano Renzi e di Verdini, e mi disse che il mio destino professionale sarebbe dipeso da ciò che avrei fatto. Rimasi sorpreso, frustrato e umiliato da quelle minacce. Ero preoccupato e in effetti poi è andata come diceva Russo, perché alla fine sono stato cacciato e non ho più trovato un lavoro” ha proseguito Marroni. “La gara era in una fase decisiva, io però credevo nel servizio allo Stato e decisi di seguire le procedure” ha aggiunto l’ex ad di Consip. “Ho incontrato nuovamente Tiziano Renzi nella primavera del 2016 a Firenze e mi chiese di vedere nuovamente Russo, di dargli una mano, ‘ci tengo molto’ disse”.

In merito poi alla fuga di notizie, Marroni ha spiegato: “Poco prima che si venne a sapere delle indagini su Consip, l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti mi ricevette negli uffici della Presidenza e poi quando uscimmo, davanti a Palazzo Chigi mi disse che c’erano indagini su Romeo e su Consip: mi disse ‘stai attento’ e agitò il telefonino, alludendo alle intercettazioni”. “A me erano già arrivate segnalazioni sul rischio di intercettazioni e quando riferii all’allora presidente di Consip Luigi Ferrara mi disse che anche lui aveva ricevuto le stesse segnalazioni e che a dirglielo era stato il generale Tullio Del Sette” ha aggiunto. “Fino ad allora tutti avevano difeso il mio lavoro e i miei risultati in Consip, poi nel giugno 2017, senza che nessuno mi disse nulla, sono stato fatto decadere, fu una cosa improvvisa” ha concluso Marroni.

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